Secondo La Bussola Quotidiana, Matthew Shepard era un malvivente e l'omofobia non esiste
Le modalità sono sempre le stesse: si prende una notizia, la si spoglia di tutto ciò che è scomodo e la si utilizza per i propri fini. Ed è così che il giornale cattolico La Bussola Quotidiana tona nuovamente ad attaccare la comunità gay e la legge contro l'omofobia, sostenendo che l'omofobia non esista e che sia solo «campagna d'opinione intrisa di falsità e mistificazione».
In un articolo scritto da Gianfranco Amato per la rubrica "Disinformazione" e dal titolo "Caso Shepard, una bufala contro l'omofobia", il giornale sentenzia: «1998, viene brutalmente ucciso Matthew Shepard. Non fu un delitto omofobico, ma una brutta storia di droga, come rivela un libro-inchiesta appena uscito. Ma la disinformazione resta. E il delitto Shepard è alla base di tutte le leggi contro l'omofobia».
Nell'articolo si spiega come il giovane sia diventato un'icona per quello che loro definiscono «movimento omosessualista internazionale» e di come un libro appena pubblicato sia la prova inconfutabile che la sua morte sia stata causata dall'essere stato coinvolto in giri loschi che nulla hanno a che vedere con il suo orientamento sessuale.
Non paghi di aver sostenuto che in quegli anni i gay godessero del meritato rispetto, l'articolo si "dimentica" completamente di specificare che quel libro -da loro presentato come una verità assoluta- è stato fortemente criticato per la totale assenza di metodo con cui è stato scritto, basandosi solo su voci di corridoio, testimonianze ritenute finte ed illazioni che potessero colmarne le lacune. Insomma, la storia raccontata non avrebbe alcun valore storico in più dei volumi scritti per sostenere che l'olocausto non sia mai esistito o che il nazismo sia solo un'invenzione degli storici.
Naturalmente La Bussola Quotidiana salta a piè pari anche i discorsi sul fatto che la maggior parte delle testimonianze (scartate perché non provate) fossero state fornite dalla comunità cristiana locale, pronta anche a metterci la faccia per chiedere che nel loro caso non fosse applicata la pena di morte dato che l'uccisione di un omosessuale avrebbe dovuto costituire una sorta di giustificazione al gesto (ma perché dirlo se si vuole strumentalizzare la storia per sostenere che l'omofobia non esiste e non sia mai esistita? ndr).
Ma non solo. Nella sua ricostruzione il giornale cattolico si è "dimenticato" anche di raccontare come un gruppo di omofobi, capeggiati dal pastore battista Fred Phelps, organizzarono dei picchetti ai funerali di Shepard e ai processi dei suoi assassini, esibendo cartelli con scritto «Matt Shepard marcisce all'inferno», «L'Aids uccide i finocchi morti» e «Dio odia i froci». Phelps arrivò addirittura a chiedere l'autorizzazione per la costruzione di un monumento «di marmo o granito, alto 5 o 6 piedi» da porre nel parco di Casper, sul quale avrebbe dovuto essere apposta una targa in bronzo con l'immagine di Shepard e le parole: «Matthew Shepard, entrato all'inferno il 12 ottobre 1998, in spregio all'avviso di Dio: "Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna: è abominio", Levitico 18:22».
Insomma, omessa tutta l'omofobia comprovata e sostenendo che una fantasiosa ricostruzione sia la verità assoluta, l'articolo racconta come l'omocidio si Sherpard «spinse il presidente Bill Clinton a rinnovare i tentativi di estendere la legge federale in materia di crimini per pregiudizio includendo individui gay, lesbiche e disabili» e di come sotto l'amministrazione di Barack Obama «a normativa anti omofobia viene riproposta e definitivamente approvata dalla maggioranza democratica di Camera e Senato nell'ottobre del 2009, attraverso il Matthew Shepard Act, la legge che porta il nome stesso del "martire" di Laramie». Inserite le virgolette che sottolineano il loro voler infangare la memoria di un giovane che ormai non c'è più, la tesi conclusiva ha dell'aberrante: «Ecco cosa accade quando si legifera sull'onda emotiva di una campagna basata sulla propaganda, ovvero quell'attività che secondo la definizione ufficiale del vocabolario Treccani è costituita dal "complesso di notizie destituite di ogni fondamento, diffuse ad arte e per fini particolari"».
Viste le omissioni, le manipolazioni e la totale assenza di logica (l'aver voluto infangare la memoria Shepard dovrebbe legittimare le violenze subite da tutte le altre vittime dell'omofobia?) c'è da chiedersi se sono proprio così sicuri che la definizione di "propaganda" da loro citata non sia datti alla perfezione alle loro parole, più che a quelle di chi chiede solo una tutela per poter vivere la propria vita alla luce del sole senza rischiare di essere picchiato, torturato o ucciso.
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