Croazia: la fine dei diritti potrebbe iniziare con un referendum
«Sei a favore che nella Costituzione si introduca la definizione di matrimonio come unione tra uomo e donna?». È questo il quesito referendario a cui domani i cittadini croati saranno chiamati a rispondere.
La consultazione popolare è stata fortemente voluto dalla Chiesa Cattolica (impegnata anche in una campagna a sostegno del fronte del "sì") al fine di «evitare che un giorno in Croazia vengano legalizzati i matrimoni omosessuali, specie dopo che questo era accaduto in Francia». Le premesse, purtroppo, paiono tutt'altro che buone: secondo alcuni sondaggi, infatti, ben il 68% dei votanti si presentirà alle urne per chiedere che nella Costituzione dello stato sia inserito un esplicito divieto ai matrimoni gay.
Ancora una volta, dunque, il sentimento omofobo della popolazione verrà utilizzato e sfruttato dai poteri forti per tentare di prevenire la possibilità che un governo possa riconoscere diritti civili più ampli. I dati ufficiali si conosceranno solo nei prossimi giorni, ma la storia pare ormai già scritta in un momento in cui il la Croazia stava iniziando a registrare le prime aperture.