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Nuova aggressione omofoba a San Pietroburgo: un ragazzo rischia di perdere un occhio

L'atteggiamento dei leader politici e religiosi continua ad alimentare una preoccupante ondata omofoba in tutta la Russia. Ad essere stata teatro dell'ultima aggressione è nuovamente la città di san Pietroburgo, dove alcuni uomini -armati e a volto coperto- hanno fatto irruzione in una clinica lgbt per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, picchiando brutalmente una ragazza con una mazza da baseball e ferendo con un proiettile ad aria compressa l'occhio di un ragazzo (i medici si sono detti scettici riguardo alla possibilità di poterlo salvare). In quel momento gli attivisti del gruppo erano riuniti per il loro incontro settimanale intitolato "Tea party arcobaleno".
Pare che da alcune settimane l'organizzazione fosse stata presa di mira da alcuni gruppi ultranazionalisti che, attraverso il social network VK (già utilizzato per i loro crimini omofobi in precedenza), hanno invitato i propri aderenti a compiere atti violenti nei loro confronti. Evidentemente ora qualcuno ha pensato di passare dalla parole ai fatti, magari facendo affidamento anche sull'impunità che spesso accompagna gli autori di questi crimini nella Russia di Putin. Non appare un caso, infatti, che la polizia sia stata allertata dalle vittime ma, una volta giunta sul luogo, se ne sia andata immediatamente sostenendo di non aver visto alcuna prova evidente del crimine che era stato commesso.


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