Alida Vismara: «Difendo uno dei diritti fondamentali delle persone lgbt, quello delle terapie»


«Difendo uno dei diritti fondamentali delle persone LGBT, quello delle terapie». Così ci scrive Alida Vismara, una donna svizzera che da anni figura fra le maggiori sostenitrici delle cosiddette "terapie riparatrici" dell'omosessualità. Dietro le sue azioni non c'è alcuno studio specifico, ma solo la voglia di sposare e di sostenere le ormai ampiamente screditate teorie pseudo-scientifiche di Joseph Nicolosi (con una posizione anacronistica simile a chi oggi volesse tornare a sostenere le fantomatiche teorie della razza di epoca nazista, ndr).
La signora ci scrive lamentando che «sono stata messa da voi prima nella lista dei fanatici bigotti, poi attribuita alla religione di Scientology e ora faccio parte dell'estrema destra» con riferimento al post in cui si citavano i suoi commenti in gruppo Facebook ricco di saluti romani, e di slogan fascisti (evidentemente da non ritenere indice di vicinanza all'estrema destra, ndr) così come lamenta che «non pubblicate quello che scrivo». Già, perché una delle sue attività è quella di navigare incessantemente per siti gay scrivendo messaggi in cui dice che l'omosessualità è una scelta che lei lei può "guarire".
Chiunque abbia dimestichezza con la moderazione dei commenti saprà bene che una delle nuove tattiche adottate dagli attivisti anti-gay passa proprio dalla rete. Il tutto si basa sulla pubblicazione massiccia di messaggi d'odio scritti da veri e propri gruppi organizzati, spesso riconducibili a realtà cattoliche, che passano il loro tempo ad inondare di insulti tutti gli spazi in cui di parla di omosessualità (si va dal «Dio vi odia» a «Siete malati» passando dal «Io sono meglio di voi» al «Bisognerebbe uccidervi tutti»). Insulti gratuiti ed istigazioni purtroppo non troppo fini a sé stessi, ma spesso strutturati a far sì che gli omofobi incontrino sempre opinioni in grado di legittimare le proprie posizioni. Insomma, se qualcuno si imbatte in un articolo del Corriere in cui si parla di diritti dei gay, ci ci sentirà a disagio ad essere l'unico retrogrado a pensarla diversamente, ma ci sentirà tutelati dal branco se i commenti saranno ricolmi di gente che sentenzia odio e discriminazione. È questo il motivo per cui si è scelto di non piegarsi al loro gioco (che loro gridino o meno ad un "diritto di espressione" troppo spesso confuso con un "diritto all'odio").
Non paga di quanto detto, Alida Vismara aggiunge: «La vita mi ha mostrato più di una volta che l'orientamento sessuale può essere cambiato e questo è un diritto di ognuno di voi di saperlo... non siete obbligati a cambiare, ma almeno lasciate libere le persone che decidono di scegliere per se stesse questa possibilità. Non sono una vostra nemica... quanti suicidi in meno ci sarebbero se le persone saprebbero questo... non pensate che prima di questo gesto estremo, uno dovrebbe almeno sapere che esiste la possibilità? Aiutatemi a difendere i vostri diritti».
Dato che allo sciacallaggio non c'è mai fine, la signora arriva a sostenere che basterebbe "diventare etero" per non incappare nelle conseguenze di una discriminazione che lei stessa fomenta (il classico: o fai quello che voglio io o ti renderà la vita impossibile) sostenendo anche l'assurda teoria della "scelta" (la più grande bufala mai ipotizzata dato che nessun etero ha mai scelto se essere gay o meno e si vuol far credere che gli omosessuali abbiano avuto questa opportunità).
Ed ancora, grazie ad un miscuglio di parole, si arriva a sostenere che i gay si suicidino perché gay e non per la discriminazione che subiscono. Una teoria rafforzata anche dalla frase successiva, nella quale si incolpano i gay dell'omofobia stessa: «Se ammorbidite le vostre pretese che effettivamente vi faranno soffrire, la gente non viene contro di voi».
Insomma, se si torna a vivere nell'ombra, nessuno di vi farà del male. Ma l'anatema non si ferma certo qui: «Lasciate via le adozioni, domani i vostri figli vi si rivolteranno contro, come già sta succedendo. Tra i miei amici di Facebook ce ne sono già due di questi figli... molto, ma molto arrabbiati per le sofferenze causate. Almeno che sia una scelta individuale, a vostro rischio e pericolo... io vi ho avvisato».
Dunque, dato che DUE persone sarebbero andate a chiedere la sua amicizia su Facebook per lamentarsi dei genitori gay, allora bisogna che i gay non chiedano diritti. Inutile dire che a fronte di soli due casi è curioso trarre conclusioni in grado di attribuire le colpe ad un orientamento sessuale e non alle persone. Per assurdo, le statistiche potessero basarsi su numero simili, il fatto che io abbia più amici che si sono lamentati dei genitori etero lascerebbe presumere che è meglio avere genitori gay che etero... e si sa, nella propaganda tutto diventa relativo, così come nella violenza di chi vuole imporre con violenza la propria visione distorta.
Anche la storia non appare dalla sua parte: il passato ci insegna che uomini che hanno lottato per migliorare sé stessi hanno portato a grandi conquiste, quelli che hanno cercato di cambiare gli altri hanno disseminato solo odio, violenza e morte. Ma tra i corsi e ricorsi storici, c'è sempre chi si è pronto a percorrere quella strada ricolma di morte.
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