Brasile: adolescente gay torturato ed ucciso da una banda di skinhead


Kaique Batista dos Santos aveva solo 16 anni ed era gay. Pare sia stato torturato ed ucciso da una banda di skinhead, poco distante dallo stadio di San Paolo (Brasile) che la prossima estate ospiterà la cerimonia di apertura della Coppa del Mondo di calcio. «Questi teppisti godono nel picchiare e torturare a mani nude i gay e si compiacciono nell'ucciderli» è lo sfogo della sorella.
I suoi denti sono stati strappati con delle pinze, nella sua gamba è stato conficcato un paolo di ferro ed il suo corpo è stato martoriato sino a quando la morte lo ha strappato dalle mani dei suoi aggressori.
Kaique in quel momento si trovava da solo. Aveva perso il portafogli e il telefono cellulare durante una festa in discoteca e i suoi amici si erano separati per aiutarlo a cercarli. È in quel momento pare sia avvenuta l'aggressione.
La famiglia denuncia come la polizia abbia cercato di archiviare il tutto come un caso di suicidio. Ora quella tesi potrebbe essere rimessa in discussione grazie alla determinazione dei suoi famigliari nel voler scoprire la verità di fronte incongruenza di alcuni dettagli (da quando un suicida si strappa i denti, si conficca una spranga nella gamba e si procura una serie di ematomi?). Attualmente il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha preferito chiudersi nel silenzio sostenendo che il loro rapporto è ancora da ritenersi "confidenziale".
Nonostante il Brasile abbia legalizzato le unioni far persone dello stesso sesso, l'omofobia rimane una vera e propria emergenza, spesso incoraggiata anche da chi dovrebbe difendere la comunità lgbt (si stima che il 17,6% delle aggressioni omofobe siano attuate dalla polizia stessa). Lo scorso maggio la Chiesa Evangelica portò in piazza circa centomila fedeli, pronti a manifestare contro i matrimoni gay e contro l'omosessualità in sé.
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