Giovanardi voleva scrivere «pedofobi» e non «pedofili»
«Si chiede che le parole "omofobia" e "transofobia" siano sostituite dalla dicitura "fondate sull'odio ovvero disprezzo o comunque palese ostilità tesa concretamente a ledere l'incolumità, la dignità e il decoro delle persone che manifestino anche solo apparentemente, ancorché non apertamente, orientamenti omosessuali bisessuali, eterosessuali, pedofili, se tali condotte siano poste in essere a motivo del loro orientamento sessuale e siano espressione di violenza o ostilità e non di pensiero verso l'orientamento sessuale e lo stile di vita in sé». È questo uno degli emendamenti presentati dai senatori Giovanardi, D'Ascola, Torrisi, Bianconi e Chiavaroli in merito al ddl sull'omofobia in discussione presso la Commissione Giustizia del Senato.
Oltre a teorizzare l'esistenza di «uno stile di vita gay», i quattro senatori si sono spinti sino a mettere sullo stesso piano pedofilia ed omofobia. Una scelta si cui ci eravamo già occupati lo scorso 9 gennaio, ma solo recentemente notata dal Movimento 6 Stelle e rilanciata da Il Fatto Quotidiano. Ed è così che Giovanardì è subito corso ai ripari parlando di «una calunniosa polemica condotta in perfetta malafede» dato che al posto di «pedofili», si intendeva scrivere «pedofobi» (ossia persone che manifestano un'avversione verso i bambini).
Insomma, il suo riferimento alla pedofilia sarebbe da ritenersi solo un refuso (malauguratamente occorso per ben cinque volte) e non un tentativo di sostenere l'orrido paragone tanto caro ai gruppi da cui ha attinto anche altri termini usati in altri suoi emendamenti (come «eterofobia» e «cristianofobia»). Solo qualche malpensante potrebbe sospettare che l'eventuale passaggio qi quella parola avrebbe reso inaccettabile l'intera norma, casualmente così come pare lui voglia: «Il Ncd e il sottoscritto -ha tuonato- non soltanto sono contrari al carcere per chi ha opinioni differenti da quelle delle associazioni gay rispetto ad omosessuali e transessuali, ma è ancora più contrario al tentativo, portato avanti ad esempio dagli psicologi americani, di derubricare un orrendo crimine come la pedofilia a semplice orientamento sessuale. Questa è la nostra posizione e la speculazione su un refuso di stampa in uno degli emendamenti presentati al Senato è un polverone sollevato proprio da quelli che sono i più fervidi sostenitori di una proposta di legge liberticida ed eterofoba».
Ci sarebbe poi da chiedersi cosa c'entrerebbe la «pedofobia» con quella legge, a meno che dietro non ci sia l'intenzione di utilizzare quella definizione per tutelare le azioni omofobi dei gruppi cattolici che sostengono di agire «per il bene dei bambini». Sia mai che si aspiri a trovare un escamotage che possa portare all'introduzione di leggi di stampo russo contro l'omosessualità, ma d'altra parte già nel 2012 chiarì che per lui «vedere due donne che si baciano è come veder fare la pipì in pubblico».