L'Indiana verso la messa al bando delle nozze gay
Ad alcuni conservatori poco interessano le sentenze pronunciate nello Utah e in Oklahoma, le quali dimostrano come il tentativo di vietare i matrimoni gay spesso porti ad accelerare i processi giudiziari che possano sancire l'incostituzionalità di quella discriminazione. Ed è così che il governatore dell'Indiana, Mike Pence, pare intenzionato a fare di tutto pur di riuscire ad introdurre nella Costituzione dello stato un esplicito divieto alle nozze gay.
Il suo progetto, però, non ha mancato di incontrare alcuni ostacoli. Se la Commissione Giustizia della Camera dei delegati ha effettivamente iniziato a discutere l'articolo che prevede l'inserimento nella Carta costituzionale di una nota atta a precisare che «solo i matrimoni tra un uomo e una donna saranno considerato validi o verrà riconosciuti come matrimoni nell'Indiana», il 58% dei cittadini si è espresso contro quella proposta e persino i suoi parrebbero non voler reggere il suo gioco.
Calcolatrice alla mano, i tredici membri chiamati ad esprimersi (di cui nove repubblicani e quattro democratici) paiono intenzionati a rigettare l'emendamento costituzionale dato che tre repubblicani hanno preannunciato l'intenzione di respingere il l'emendamento costituzionale: il risultato finale sarebbe così di sette contrarti e cinque favorevoli (il presidente non può votare).
Ed è qui che rientra in gioco Mike Pence. Intenzionato a far passere quel progetto a tutti i costi, il governatore si è detto pronto a sostituire i rappresentanti repubblicani chiamati al voto con tre nomi più inclini ad assumere posizioni omofobe, creando un rimpasto (incredibilmente legale) che possa assicurare il passaggio di un divieto che i suoi cittadini e il suo partito paiono non volere.
Via: Agere per Formulas