Lo Utah non riconoscerà i matrimoni gay già celebrati sino al pronunciamento della Corte Suprema


Le nozze gay sono restate legali nello Utah per solo diciassette giorni prima che l'ufficio del governatore conservatore Gary Herbert, attivo sin dal primo minuto nell'opporsi alla decisione, riuscisse ad ottenerne la sospensione in attesa di un pronunciamento da parte della Corte Suprema.
Dato lo stampo conservatore del paese, quella contromossa era attesa ed è quello il motivo che ha spinto circa 1.300 coppie ad affrettare le proprie nozze prima che fosse troppo tardi. La convinzione, infatti, è che le licenze matrimoniali concesse sarebbero restate comunque valide indipendentemente dalle azioni intraprese dal governo.
Eppure, con una scelta senza precedenti, l'ufficio del governatore ha diramato una nota per informare che quei matrimoni non verranno ritenuti validi, così come non verranno riconosciuti i diritti che ne sarebbero dovuti conseguire, sino al pronunciamento da parte della Corte Suprema.
«Vi prego di capire -ha scritto Derek Miller, capo del personale del governatore- che questa posizione non è destinata a prendere posizione sullo status giuridico dei matrimoni omosessuali, che verrà deciso dai tribunali» ma le leggi vigenti (e dichiarate incostituzionali) «comprendono non solo il divieto alla celebrazione di matrimoni gay, ma anche di riconoscere i matrimoni tra persone dello stesso sesso».
Ora lo scenario pare destinato a vedere centinaia di ricorsi presentati presso i tribunali per ottenere il riconoscimento di un matrimonio contratto legalmente da persone dello stesso sesso (ma ora negato dallo stato), così come qualcuno ipotizza che l'assurda situazione che si è venuta a creare potrebbe essere la scintilla destinata a portare un riconoscimento dei matrimoni gay da parte dello stato federale.
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