Renzi rassicura Alfano: «No al matrimonio gay, no alle adozioni gay»
Qualcuno ha parlato di una polemica sollevata da Alfano, ma è difficile capirne il motivo dato che la sua opposizione ai matrimoni gay è nei confronti di un partito che non sta proponendo i matrimoni gay (magari lo facesse! ndr). Eppure, quasi ce ne fosse il bisogno, Matteo Renzi ha sentito la necessità di rassicurare gli alleati che la sua contrarietà al matrimonio gay e alle adozioni gay.
Ancora una volta Renzi ha voluto ribadire di essere favorevole soltanto alle civil partnership alla tedesca, delle unioni-ghetto che saranno riservate esclusivamente ai gay e che non saranno equiparate al matrimonio pur applicando diritti simili (ma un esplicito divieto alle adozioni). Insomma, i benefici riguarderanno esclusivamente l'area contributivo, assistenziale e di cittadinanza.
Se i cattolici ed il centro-destra esulteranno nel vedere che ai gay sarà riservato un destino diverso dal matrimonio (che rimarrà quindi un privilegio riservato alle sole coppie eterosessuali), c'è da chiedersi se una legge simile non andrà ad aumentare la disparità di diritti fra i cittadini a fronte di una normativa che ghettizzerà la comunità gay, rilegandola in un qualcosa che mostra tutta la paura dell'esecutivo nell'usare il nome che alcune relazioni hanno: un matrimonio che dia vita ad una famiglia.
E che messaggio si passerà a tutti quegli omofobi che si divertono ad insultare i gay chiamandoli «diversi», nel momento in cui lo Stato dovesse legiferare che le loro relazioni sono «diverse» da quelle di tutti gli altri cittadini, si finirà con il legittimerà quelle posizioni e si alimenterà l'omofobia. In un Europa proiettata verso il futuro, l'Italia pare dunque aver scelto di inserire la retromarcia verso un nostalgico Medioevo. Ma è davvero così difficile capire che tutti i cittadini meritano ugual dignità anche nel riconoscimento delle proprie relazioni?