Anche il Vaticano sbotta: o si fanno i nomi o è inutile parlare di una «lobby gay»
«Esiste una lobby gay talmente potente da essere pericolosa per la sicurezza del Pontefice». È quanto sostenuto da Elmar Maeder, comandante della Guardia svizzera dal 2002 al 2008, nel corso un'intervista al settimanale svizzero Schweiz am Sonntag. L'uomo asserisce che «dell'esistenza di quella lobby gay posso parlare per esperienza personale», così come fu sua cura mettere in guardia i suoi uomini sulle possibili insidie di alcuni prelati. «Il problema è che questa rete è composta di persone talmente fedeli, l'una all'altra, da costituire una sorta di società segreta -ha aggiunto- per questo motivo se avessi scoperto che uno dei miei uomini era gay, mai e poi mai gli avrei consentito di fare carriera. Anche se, per me, l'omosessualità non costituisce un problema, il rischio di slealtà, sarebbe stato troppo elevato».
Ancora una volta si torna così a parlare di una presunta lobby gay vaticana, alimentando le tensioni anche attraverso l'ipotesi che questa possa costituire un reale pericolo di vita per il Papa. Se non ci capisce come questa potentissima società segreta abbia permesso a Papa Francesco di nominare cardinale l'84enne Fernando Sebastian Aguilar (il sacerdote che sostiene che «L'omosessualità è una deficienza del corpo umano, come l'ipertensione, e può essere curata con uno specifico trattamento»), proteste sulle sue dichiarazioni sono giunte anche dalla Santa Sede.
«Ancora una volta si parla dell'esistenza di una "lobby gay" in Vaticano, ma come altre volte è capitato non si fanno né nomi né cognomi. Troppo facile agire in questo modo. Il mio ufficio è aperto. Se Elmar Mäder vuole venire a dire a chi esattamente si riferisce sono qui» ha tuonato monsignor Angelo Becciu, sostituto della segreteria di Stato vaticana.
Nelle sue spiegazioni Mäder ha anche sostenuto che i gay (a suo dire, responsabili del suo allontanamento) sarebbero attratti come mosche dalla curia dato che è un posto di lavoro ricco di uomini non sposati. Ed è così che -anziché ambire ad entrare negli spogliatoi di una squadra di calcio o fra le fila di un corpo militari- l'omosessuale medio sognerebbe di ritrovarsi fra le braccia dei cardinali ultrasettantenni che vivono in quelle stanze...
Il vero dilemma, però, è un altro. Qual è lo scopo di queste continue dichiarazioni e quel è il fine che si vuole raggiungere? Il tentativo va nella direzione di screditare la Chiesa o in quella di alimentare odio omofobico verso chi verrà considerato troppo vicino alla presunta "lobby" che "minaccia" il loro capo spirituale?