A Bologna la biblioteca propone un libro che racconta la storia di due pinguini gay. La Lega: «È propaganda»
Mentre le Olimpiadi di Sochi hanno portato il mondo intero a puntare gli occhi sull'omofobia russa, a Bologna c'è chi ha colto questo momento storico per sostenere che parlare di omosessualità ai bambini sia da ritenersi una forma di «propaganda». A sostenerlo è il consigliere leghista Lucia Borgonzoni, pronta a scagliarsi con tutte le sue forze contro il laboratorio di lettura della biblioteca che ha osato proporre un libro come "E con Tango siamo in tre". Quel volume venne scritto da Peter Parnell e Justin Richardson nel 2005 con l'intento di raccontare ai più piccoli, ancora privi di pregiudizi sociali, di come l'amore possa avere diverse declinazioni.
Eppure la Borgonzoni pare avere le idee chiare: «Questi temi restino fra gli adulti -ha tuonato- i più piccoli vengono usati per fini politici». La donna non ha mancato anche di parlare di «letture e laboratori per "promuovere" e spiegare tramite favole, il mondo e le famiglie gay» e di scandalizzarsi per il fatto che un libro scritto per bambini di età compresa fra i 4 e gli 8 anni sia stato proposto a bambini di età compresa fra i 4 e gli 8 anni.
Nonostante il tentativo di rimanere nel politically correct attraverso l'uso di virgolette, è difficile non notare nette similitudine con le teorie sostenute dalla Duma russa: quelle parole lasciano intendere che si voglia sostenere che parlare di omosessualità ai bambini sia un rischio, che i gay dovrebbero palesarsi solo dopo la maggiore età degli astanti e che l'orientamento sessuale sarebbe in grado di creare «mondi» separati (evidentemente da tenere celati).
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