Pagina mette in comunicazione gli adolescenti gay. Per la Russia è "propaganda"
«La nostra società crede che i teenagers gay non esitano in natura, quasi come se i gay, le lesbiche, i bisessuali e i transessuali arrivassero già adulti da Marte. Nel frattempo una famiglia su venti ha un adolescente lgbt, e questi adolescenti sono invisibili per la società». È quanto si può leggere sulla pagina di Children-404, un gruppo fondato su Facebook e su Vk.com dalla giornalista russa Lena Klimova.
Il nome si ispira al numero dell'errore che i server Internet restituiscono quando una pagina non viene trovata (il 404, per l'appunto) e l'intento era quello di raccogliere storie e testimonianze di giovani gay che potessero far sentire meno soli quei ragazzi che vivono in un Paese che non li vuole e che a tutti i costi li vuol far sentire "anormali".
Ma nella Russia di Putin pare non ci sia spazio per chi vuole aiutare gli adolescenti gay mettendoli in contatto con i loro coetanei, motivo per Lena Klimova è stata accusata di aver violato la famigerata legge sulla cosiddetta «propaganda gay» sui minori.
Le autorità del Paese, infatti, hanno stabilito che quei racconti rappresentano «informazioni pericolose» per i giovani, nonché «una distorsione dell'immagine della società» (già, spesso ci si dimentica che secondo loro in Russia non esitino gay, ndr). La donna dovrà ora presentarsi dinnanzi alla corte per rispondere delle accuse che le sono state rivolte.