Macerata: due settimane fa si chiudeva la porta ai gay, ora si introduce il registro delle coppie di fatto
Sono passate solo due settimane da quando il Consiglio Comunale di Macerata ha approvato a maggioranza un'ordine del giorno per opporsi alla legge contro l'omofobia e ad ogni possibile riconoscimento delle unioni gay. Ora quello stesso Consiglio Comunale ha deciso per l'introduzione di un registro delle coppie di fatto.
La decisione di quindici giorni fa non aveva certo mancato di sollevare polemiche e proteste fra la popolazione, motivo che ha spinto molti politici locali a rilasciare dichiarazioni a sostegno della laicità dello stato e di condanna verso la propria decisione. Poi la mossa finale, con l'accoglimento della mozione presentata da Luciano Borgiani (Federazione della Sinistra) che prevede il riconoscimento dei diritti amministrativi delle coppie sposate anche ai conviventi registrati in un apposito registro.
Se la notizia non potrà che far piacere ai maceratesi, la vicenda non manca di accendere i riflettori su una politica che pare sempre più animata dai sondaggi che dalle idee. Un così repentino passaggio da un estremo all'altro (dall'unico comune italiano ad essersi espresso così palesemente contro i diritti dei gay, ad uno dei 145 progressisti che hanno voluto dare un segnale forte per il riconoscimento di tutte le affettività) non può che lasciare dubbi sui motivi che hanno mosso quelle azioni. Cosa sarebbe successo se non fosse scoppiato lo scandalo? Davvero i diritti e la dignità delle persone possono basarsi unicamente su meri conteggi dei consensi che ogni decisione porta con sé?