Zambia: tribunale assolve un attivista dall'accusa di «propaganda omosessuale»
Il presidente ugandese Yoweri Museveni pare quasi si stia pavoneggiando per l'aver firmato una legge aberrante che introduce il carcere per i gay del suo paese, motivo che lo ha spinto ad andare in tv per sostenere che «essere omosessuale è innaturale e non un diritto umano», che i gay «sono disgustosi» e che Obama deve rispettare «i valori dell'Africa».
Se il voler attribuire il proprio pensiero all'intero continente è un vecchio trucco della propaganda, ben presto bisognerà vedere se gli effetti della sua scelta porteranno la popolazione ad aprire gli occhi sulla realtà. Intanto l'Olanda ha congelato quasi 10 milioni di dollari di aiuti destinati al Paese, mentre Danimarca e Norvegia hanno scelto di dirottare ad associazioni no-profit i 17 milioni di dollari già stanziati.
Ed è in questo clima che dal continente africano giunge finalmente anche una buona notizia. In Zambia, dove i gay sono punti con 14 anni di carcere, un tribunale ha deciso di assolvere un attivista dall'accusa di «propaganda omosessuale».
Paul Kasonkomona era stato arrestato lo scorso maggio per aver dichiarato in diretta televisiva che la depenalizzazione dell'omosessualità avrebbe favorito la lotta all'HIV (un problema decisamente più pressante in tutto il continente africano, ndr). Ma quelle parole gli erano valse l'accusa di «induzione a pratiche immorali».
Il suo processo è stato ritardato di volta in volta sulla base di varie scusa, ma ora la magistratura ha dovuto ammettere che gli avvocati dello Zambia non sono riusciti in alcun modo a dimostrare le accuse a suo carico.
«Questa è una grande vittoria per la libertà di espressione -ha dichiarato il suo avvocato- Kasonkomona non meritava di essere arrestato per il solo fatto di aver espresso la propria opinione e la sentenza del tribunale rivendica i suoi diritti».
L'imputato, invece, ha parlato di una «sentenza storica» che gli permetterà di poter continuare ad esprimere le sue opinioni a sostegno dei «diritti di tutti i cittadini dello Zambia». Nel corso del processo, invece, ha denunciato come la polizia carceraria gli abbia volutamente ritardato la possibilità di assumere i suoi farmaci contro l'HIV al solo fine di mettere a rischio la sua vita.