"Allacciate le cinture" arriva nei cinema
Arriva oggi nelle sale italiane "Allacciate le cinture", il nuovo film di Ferzan Ozpetek. La trama ruota attorno alla figura di due ragazzi pugliesi che appaiono agli antipodi per estrazione sociale, conoscenze, aspirazioni ed ideologia. Eppure le loro storie si intrecciano attraverso amori, odi, tradimenti e l'immancabile esperienza dal dolore.
Ad incuriosire è anche l'aver scelto l'ex-tronista Francesco Arca come protagonista maschile del film, nonostante il regista turco non sia certo nuovo all'attingere i suoi attori dal mondo della televisione (spesso con epiloghi di successo, come nel caso di Ambra Angiolini o di Luca Argentero).
Grande attesa è riservata anche alle preannunciate scene di nudo che coinvolgeranno Francesco Arca (noto ai più anche grazie all'esibizione del suo fisico nei calendari realizzati in gioventù) anche se Ozpetek è noto per non essere solito introdurre situazioni troppo esplicite. «Non amo molto le scene di sesso nei film -ha dichiarato in conferenza stampa- levo sempre la sessualità, mi innamoro degli attori prima di iniziare a girare. Quindi quando ci sono delle scene di sesso quasi mi vergogno, stranamente sono pudico. Kasia e Francesco, però, nella scena in spiaggia erano in costume, a un certo punto una mia collaboratrice mi ha detto "Scusa Ferzan, questi stanno insieme, hanno fatto l'amore, il bagno, su una spiaggia deserta e ancora stanno in costume?". A quel punto ho fermato tutto e ho detto: "Scusate dobbiamo modificare una cosa, levatevi i costumi". Ho subito pensato che avrebbero protestato e invece loro non hanno avuto problemi».
I ben informati, però, riferiscono che il clou sarebbe una scena girata in un ospedale, nel quale l'assenza di indumenti per l'ex-tronista «era richiesto dalla sceneggiatura, dal momento e dalla scena». A tal proposito Ozpetek ha aggiunto: «Lì il nudo era previsto e mi preoccupava. Poi una volta girata non ci pensi più: non era nudità, c'era l'anima. Francesco ad esempio nella prima stesura era sempre senza veli, poi le cose sono cambiate».
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