Il Portogallo respinge la legge sulle adozioni dei figli dei partner gay
Con 112 voti contrari, 107 a favore e quattro astensioni, il Parlamento portoghese ha bocciato una proposta di legge che avrebbe consentito alle coppie dello stesso sesso di adottare i figli biologici o adottivi di un membro della coppia. Il provvedimento, presentato dal Partito socialista all'opposizione ed approvato in prima lettura nel maggio del 2013 (grazie anche ad un forte assenteismo della corrente cattolica), avrebbe permesso che «quando due persone dello stesso sesso sono sposate o conviventi e uno di loro ha la responsabilità genitoriale per un minore, di sangue o di adozione, il coniuge può adottare il minore».
Qualche settimana fa i conservatori tentarono di affossare la norma attraverso la proposta di un referendum popolare, ma quell'opzione venne respinta dalla Corte Costituzionale anche a fronte di un testo ritenuto faziosamente ambiguo. Ora, con il voto parlamentare, le correnti cattoliche sono riuscite ad ottenere che un bambino che per anni è cresciuto con due genitori venga strappato al loro affetto e spedito in un orfanotrofio qualora il tutore legale venga meno. Dato che in questi casi appare quasi un tomentone il sostenere che queste azioni non siano dettate dall'omofobia ma dagli interessi dei bambini, c'è da chiedersi se si riuscirà a sostenere ancora quella tesi anche in una situazione dove i minori saranno i primi a pagarne le conseguenze.
In Portogallo l'equiparazione tra i matrimoni eterosessuali e quelli omosessuali è stata introdotta nel 2010. I gay single hanno facoltà di adottare bambini, mentre una legge approvata nel febbraio del 2010 ha specificamente vietato allele coppie omosessuali la possibilità di accedere alle adozioni.
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