Milano: ex-marito non paga gli alimenti perché il figlio è gay e «allora può andare a battere»
«Mio padre mi discrimina perché sono gay. Non versa l'assegno mensile a mia madre perché non vuole aiutarmi negli studi». È questa la testimonianza choc resa da un ragazzo di vent'anni davanti al tribunale di Milano. Il giovane ha spiegato anche che «in realtà mio padre non mi ha mai accettato» e che «quando a 18 anni gli ho detto che sono gay, mi ha risposto: "Sei un fr*cio? Allora puoi andare a battere..."».
Secondo il racconto, l'orientamento sessuale del figlio sarebbe stato uno dei motivi che ha spinto l'uomo a non versare più gli alimenti all'ex moglie, nell'evidente tentativo di impedire la disponibilità economica necessaria al pagamento dei suoi studi presso l'Università Bocconi. «Papà mi ha sempre ripetuto che devo arrangiarmi», ha raccontato il ragazzo.
Il pericolo di un suo ritiro dal corso di studi è stato scampato solo grazie all'intervento di un'anziana amica di famiglia, generosa sino al punto di pagargli la retta e i libri, ma per la vittima non dev'essere stata facile accettare che il padre abbia tentato di distruggergli la vita solo perché gay. Ed è così che è stato proprio lui a sporgere denuncia e l'unico della sua famiglia a costituirsi parte civile, mentre la madre e il fratello pare preferissero rinunciare a chiedere l'adempimento di quegli obblighi pur di non veder rese pubbliche le loro vicende di famiglia.