Milano nega gli spazi al convegno omofobo. Forza Nuova protesta in piazza

Ieri a Milano avrebbe dovuto aver luogo un convegno dal titolo "Omofobia o eterofobia?". In programma c'era la presentazione del nuovo libro di Gianfranco Amato (presidente dei Giuristi per la vita e editorialista di Avvenire, molto impegnato nella denuncia dei presunti rischi insiti nella legge contro l'omofobia per la libertà di opinione e per la libertà religiosa) con gli interventi di Lorenzo Fontana, capogruppo della Lega al Parlamento europeo, e Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova.
Lo staff dell'Ambrosianeum, però, ha revocato la disponibilità della sala precedentemente accordata così come la Questura di Milano non ha concesso l'autorizzazione per un presidio in piazza San Carlo nel pomeriggio del 9 marzo. Un centinaio di forzanovisti si è così dato appuntamento in piazza Duomo a Milano, seguendo lo schema applicato dalle Sentinelle in Piedi che prevede un'ora di veglia silenziosa, schierati militarmente, con un libro in mano e la prima fila imbavagliata.
Gli organizzatori hanno immediatamente gridato alla censura, sostenendo che «si è applica la legge su omofobia ancor prima della sua approvazione». Ma nel vedere i carnefici che si tramutano in vittime Arcigay non c'è stata ed ha subito rilanciato: «Siamo al paradosso. Nessuna legge attuale nemmeno la legge contro omofobia impedisce e impedirà a persone in malafede e con l'obiettivo di distruggere le persone omosessuali di dire che siamo brutti e cattivi, antipatici e/o tutti gli stereotipi che Amato, fascisti e sentinelle in piedi vivono come loro verità. La legge semmai -sempre se rientrerà nei radar del Parlamento- impedirà di inneggiare alla discriminazione, insinuare nell'opinione pubblica che i gay sono malati e incapaci di crescere figli, come sta succedendo a Trento dove vogliono togliere i bambini dalle famiglie formate da genitori omosessuali. Togliere quindi i bambini dalle loro case, dalla loro vita e felicità».
Marco Mori, presidente Arcigay Milano ha aggiunto: «Io credo e difendo il diritto di ognuno di dire la propria opinione, e credo nello Stato di diritto, non esiste una censura preventiva, che tutti quelli impegnati nel convegno di ieri applicherebbero ad esempio a molte nostre iniziative senza indugi. Credo che la Questura abbia agito evidentemente conoscendo sia gli organizzatori, sia la loro storia, sia l'obiettivo reale soggiacente a quanto formalmente previsto. Loro passare come vittime proprio no. Anzi, finalmente si è capito che sentinelle in piedi, fascisti, neo fascisti, leghisti e pesudo intellettuali che scrivono su certi giornali cercando una credibilità giuridica e scientifica a cui sono estranei sono tutti la stessa orripilante cosa. Appartengono allo stesso bluff sociale dove il diritto e la libertà d'opinione sono delle pezze per giustificare odio e intolleranza».


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