Boy Scouts of America: è caccia ai gay
La legge scout contiene le regole di vita seguite da tutti gli scout del mondo e l'articolo 1, nella sua formulazione originale, asserisce che «l'onore di uno Scout è di essere creduto». Una legge andrebbe rispettata, eppure solo qualche settimana fa i Boys Scouts of America (BSA) commentarono l'espulsione di un capo dichiaratamente gay sostenendo che «Noi non siamo soliti chiedere l'orientamento sessuale dei nostri membri a meno che costoro non "iniettino" deliberatamente le loro preferenze sessuali nelle attività scoutistiche». Se quella frase fosse stata vera, mai avremmo dovuto ascoltare la storia di oggi.
Garrett Bryant ha 19 anni ed è uno scout dell'Arizona. Non ha mai parlato del proprio orientamento sessuale con nessuno del suo gruppo, eppure si è sentito negare la sua richiesta di poter diventare capo a causa della sua omosessualità. Ed è così che la ricostruzione dei fatti ha mostrato l'esistenza di una vera e propria caccia ai gay attuata dall'associazione.
Il tutto sarebbe partito da Facebook, dove il giovane aveva cambiato il suo stato da "single" in "in a relationship". Un suo amico, completamente estraneo al mondo degli scout, ha commentato quello stato chiedendogli: «What's his name?». Ed è proprio a causa della presenza di quel riferimento al maschile ("his") che qualcuno ha pensato di allertare i vertici associativi circa il suo orientamento sessuale.
«Quella è la mia vita privata, non avevo alcuna intenzione di condividerlo con la BSA -ha raccontato il giovane- ma non ho potuto controllare le altre persone che hanno fatto il mio outing, anche se per sbaglio. A quanto pare il rispetto delle regole degli Eagle Scout non è stato abbastanza per poter rimanere al campo. Hanno fatto una questione sulla mia sessualità, mentre io ero pronto a rimanere nascosto con gli scout».
Garrett ha anche raccontato tutta la sua delusione dopo aver saputo che la sua domanda per un lavoro estivo era stata respinta: «"Omosessualità" mi hanno detto. Provavo solo una grande tristezza. E io non sono solito piangere facilmente».
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