È gay: l'ospedale rifiuta i suoi organi
Rohn Neugebauer aveva 48 anni e da 8 era impegnato in una relazione stabile con un altro uomo. Da tempo collaborava a varie attività di volontariato, fra cui anche la promozione della donazione degli organi attraverso il Center for Organ Recovery & Education.
Improvvisamente morto a causa di un arresto cardiaco, i familiari hanno deciso di assecondare la sua volontà e di fornire il proprio assenso alla donazione dei suoi organi. Ed è qui che ha avuto inizio l'incredibile.
La sorella del defunto ha dovuto rispondere ad una serie di domande rivoltegli proprio dall'organizzazione a cui Rohn dedicava il proprio tempo, ma quando ha risposto che il fratello aveva avuto una relazione con un'altro uomo nel corso degli ultimi cinque anni, l'interlocutore ha prontamente risposto che i suoi organi non potevano essere donati.
In seguito alle proteste, il Center for Organ Recovery & Education ha tirato in ballo una linea guida che vieterebbe la donazione di tessuto da parte dei gay sessualmente attivi (nonostante non vi fosse un esplicito riferimento alla donazione degli organi), sostenendo che il rischio di contagio da parte di HIV o di altre malattie sarebbe troppo elevato rispetto i benefici derivanti dalla donazione.
Oggi la loro lista di attesa conta più di 121mila persone, molte delle quali non riceveranno in tempo gli organi vitali che gli servirebbero per poter continuare a vivere.
Ancora una volta, dunque, gli Stati Uniti si sono trovati a constatare l'applicazione di regole medioevali che si basano su pregiudizi ormai datati. Oggigiorno appare infatti assurdo sostenere che sia l'orientamento e non la condotta sessuale a far la differenza, quasi come se un gay fedele al proprio uomo possa aver più probabilità di contrarre malattie rispetto ad un etero che va con chiunque gli capiti a tiro. Per non parlare di come la discriminazione potrebbe essere facilmente aggirata anche grazie alle nuove possibilità offerte dalla scienza, sempre più in grado di verificare lo stato di sieropositività degli organi in maniera rapida e sicura prima del trapianto.