Che fine hanno fatto le civil partnership di Renzi?
In molte cose Renzi ricorda Berlusconi. La sua politica è incentrata sulla dialettica, ha promesso 80 euro in busta paga (al posto delle dentiere promozionali di FI) e all'indomani dei risultati del voto europeo è corso in piazza per associare il proprio volto alla vittoria. La speranza è che non gli voglia assomigliare troppo anche nel non mantenere le premesse (c'è chi ancor oggi attende fiducioso il milione di posti di lavoro promessi nel 1994, ndr).
Non appena divenuto Presidente del Consiglio, infatti, Renzi promise una legge sulle civil partnership entro 100 giorni, ossia entro il 22 maggio scorso. Eppure dell'argomento praticamente non si è ancora parlato.
Il rottamatore iniziò a proporre l''idea di introdurre delle unioni-ghetto (simili al matrimonio, ma con un altro nome e prive della possibilità di adozione) durante la sua campagna del 2012. L'argomento tornò in voga nel dicembre 2013, quando il pressing fu tale da mettere a rischio il già traballante Governo Letta (immediatamente corso ai ripari introducendo il tema delle unioni civili nel suo "Impegno Italia"). Poi la caduta del governo, le promesse in fase di insediamento e il nulla.
Certo, ieri Berlusconi si è affrettato a sottolineare che senza di lui non si potranno fare le riforme e persino Alfano, nonostante un risultato al limite della soglia di sbarramento, ha precisato che nell'esecutivo il suo partito ha ancora un peso... ma è innegabile che il Pd abbia ottenuto un consenso popolare mai visto prima (nella storia Italiana il 40% di preferenze venne superato solo dalla Dc nel 1958) e se non si coglierà l'occasione il rischio è che non la si coglierà mai.
Da sottolineare è anche come tra i 73 eletti italiani ben 31 si siano impegnati per farsi portavoce delle battaglie lgbt attraverso la sottoscrizione della piattaforma "Come out" di Ilga Europe, indice di una rappresentanza gay-friendly democraticamente eletta che non può e non deve passare inosservata.
Se poi si vorrà parlare di matrimoni e non di unioni-ghetto, tanto meglio. Ma quel che non si può tollerare è il chiassoso silenzio davanti ad una promessa che attende di essere mantenuta.
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