Inghilterra: i vicini uccidono il gatto di un gay per cacciarlo dal quartiere


Andrew Davies è un attivista gay a capo della Unity Group Wales, ma per i suoi vicini di casa era solo una persona su cui riversare la propria omofobia. Attraverso lettere anonime e biglietti infilati sotto l'usco di casa, gli era stato detto chiaro e tondo che doveva andarsene dal quartiere dato che il suo essere gay era «una minaccia per la normale crescita dei bambini» della zona.
Nonostante le vessazioni subite fossero pressoché quotidiane, l'uomo aveva deciso di non lasciarsi intimidire. Ma la violenza di chi è pronto ad usare l'immagine dei bambini per nascondere il proprio odio non ha esitato a fare quello che tutti i vigliacci fanno: prendersela con i più deboli. Ed è così che qualcuno ha catturato, torturato ed ucciso il suo gatto, facendogli poi ritrovare il corpo senza vita accompagnato da un messaggio di scherno.
Chiunque abbia avuto un animale domestico sa che un simile gesto equivale a veder uccidere un componente della propria famiglia. Non stupisce, dunque, che Davies non abbia più retto e si sia trasferito altrove. La sua storia, però, è stata amplificata dai microfoni della BBC sino ad arrivare sul tavolo si Jeffrey Hambley Cuthbert, Ministro per le comunità e la lotta alla povertà nel Galles. Ed è proprio lui ad aver confermato come i crimini d'odio omofobico siano in preoccupante crescita in tutta la regione. Iniziano così a sentirsi gli effetti della propaganda che vari enti religiosi e cristiani hanno fomentato nel tentativo di bloccare l'approvazione del matrimonio egualitario, tutte scuse che a qualcuno possono essere sembrate un pretesto con cui legittimare la propria omofobia.
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