Un convegno sui diritti costituzionali negati alle famiglie gay
A Roma è in pieno svolgimento un convegno organizzato da Magistratura Democratica (in collaborazione con il portale di studi giuridici Articolo29 e all'associazione Avvocatura per i diritti lgbt Retelenford) dal titolo "Costituzione e la discriminazione matrimoniale delle persone gay e lesbiche e delle loro famiglie".
«È un'importante occasione di riflessione -afferma il segretario generale Anna Canepa- per la qualità dei relatori (Rodotá, Ferrando, Saraceno, Rescigno, Wintemute, Pezzini, Brunelli, Acierno, Dogliotti, Lalli, Ferrari) e per il suo significato simbolico. In Italia c'è un problema di uguaglianza che riguarda le persone gay e lesbiche. Per questo Magistratura democratica, che ha a cuore i diritti fondamentali, ha deciso di rilanciare la questione e sollecitare una riflessione comune».
L'Italia risulta ormai l'unica grande democrazia occidentale a negare i diritti delle famiglie formate da coppie gay e lesbiche e dai loro figli e figlie. La Corte di Strasburgo e la nostra Cassazione hanno riconosciuto che le coppie lgbt rientrano nella nozione giuridica di "famiglia" e sono coperte dunque dalla protezione che la Convenzione europea dei diritti umani (e, per suo tramite, dalla nostra Costituzione) assicura alla "vita familiare". Eppure in Italia mancano ancora tutti i riconoscimenti legali.
L'associazione nota anche come i giudici italiani siano finora stati chiamati ad esprimersi solo su singole e specifiche vicende, mentre i timidi passi avanti della giurisprudenza sono stati continuamente presi d'assalto da chi le vede come un'inopportuna invasione di campi di un'are di esclusiva competenza del Legislatore.
«Ma l'essenza stessa della democrazia costituzionale impone di assicurare il rispetto e la tutela dei diritti fondamentali secondo il disposto della Carta costituzionale, dei Trattati e della Convenzione europea dei diritti umani», sostiene l'associazione. Ciò anche considerato quanto avviene nel resto del mondo: dalla Corte suprema di Boston che per prima ha dichiarato l'incostituzionalità del divieto di matrimonio, ai giudici costituzionali canadesi, californiani, sudafricani che hanno aperto il matrimonio alle coppie dello stesso sesso. Persino la Corte europea dei diritti umani si è pronunciata su varie questioni come la genitorialità, le adozioni, le imposte o previdenza... ma ciò non accade in Italia.
Da qui la decisione di avviare una riflessione sull'argomento con alcuni dei più autorevoli studiosi dell'evoluzione della nozione sociale di famiglia e del diritto costituzionale, comparato e della famiglia.
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