Alcuni grillini difendono l'Ukip, ma...
Ormai è una regola quasi matematica: ogni qualvolta si prova a muovere una critica verso il M5S si viene coperti da insulti di ogni genere. L'articolo in cui esponevano i dubbi sull'ipotesi di alleanza europea fra il M5S e gli inglesi l'Ukip non è stata da meno e subito c'è chi ha sostenuto che fosse stato scritto in malafede e che le frasi omofobe riportate fossero tutti dei falsi inventati da una parte della stampa italiana (peccato che fossero tutte tratte dalla stampa inglese, ndr). Allo stesso modo c'è anche chi ha sostenuto che l'Ukip sia da considerarsi gay-friendly dato che ha un proprio gruppo lgbt.
Se si può discutere sull'essere disposti a mettere da parte le promesse elettorali in merito ai diritti lgbt a fronte di una volontà di puntare tutto su una politica anti-europea, ma la malafede pare essere in chi cerca di buttare fumo negli occhi diffondendo notizie che possano trarre in inganno la popolazione. Va detto, infatti, che l'Ukip ha effettivamente un proprio gruppo lgbt, ma andrebbe detto anche che quel gruppo si è opposto all'approvazione delle leggi sul matrimonio omosessuale in base a presunti motivi di libertà religiosa. Si parla anche di un gruppo esiguo (700 like su Facebook) che non appare poi così dissimile dal gruppo lgbt che prese vita nel vecchio Pdl (al fianco di rappresentanti come Giovanardi o Ronchella).
Tra le prese di posizione più rilevanti intraprese dal gruppo c'è stata solo quella contro un membro del partito che aveva sostenuto che le alluvioni dello scorso gennaio fossero una punizione divina contro i gay, ma da qui a parlare di forte attivismo c'è una bella differenza.
I militanti di un movimento che sostiene l'importanza della rete non dovrebbero mostrare così tanto astio nei confronti di chi solleva dubbi sulla base delle informazioni che circolano in Internet, perché il voler sostenere un complotto globale in cui tutti i giornali di tutte le nazioni scrivono falsità contro di loro rischia di passare come inutile vittimismo. Più costruttivo sarebbe ragionare sulla realtà dei fatti ed avere il coraggio di dire chiaramente se si è disposti o meno ad accantonare i diritti di parte dei propri elettori (non dimentichiamoci che il M5S è risultato uno dei più gay-friendly in campagna elettorale) per dare priorità ad altri punti del proprio programma politico. Ma almeno evitiamo insulti e tentativi di far passare il lupo per un agnello...
E, giusto per la cronaca, giusto ieri Roger Helmer (Ukip) ha dichiarato al Daily Mail che il governo dovrebbe includere le presunte terapie riparative dell'omosessualità (le stesse che Cameron vorrebbe proibire) all'interno delle pratiche fornite dal sistema sanitario nazionale. Basterebbe quest'unica affermazione a far capire il timore di un accordo.