Danilo Leonardi di Raitre/Cultura: «I pride mi fanno schifo e la maggioranza dei pedofili sono gay»
Il nome di Danilo Leonardi sarà probabilmente sconosciuto ai più, ma su Twitter è lui stesso a descriversi come «attualmente a Raitre/Cultura e Storia, produttore esecutivo di Correva l'Anno. Cattolico, sindacalista e pure ciclista». In altre parole, il suo stipendio è pagato dal servizio pubblico con i nostri soldi.
Ed è così che ha creato indignazione come l'uomo abbia usato il suo account Twitter e il nome di Rai Tre per passare la giornata di sabato ad insultare il movimento gay italiano. Ha sostenuto che la stragrande maggioranza dei pedofili sono gay (negando qualsiasi evidenza sul tema, dato che il maggior numero di abusi avviene all'interno di famiglie etero), ha sostenuto la necessità di tenere i figli chiusi in casa per non fargli vedere dei gay, ha diffuso immagini che paiono prese dal Folsom Street pur venendo spacciate per quelle di un Gay Pride (sappiamo bene che le due cose sono assai diverse e che quell'evento è aperto anche al mondo etero)... insomma, tutta la peggiore propagata anti-gay, con tanto di falsi e pregiudizi.
Non è mancata l'etichetta di «poverini» destinata a chi ha osato contestarlo, ripubblicando alcune frasi quasi voler sostenere che il suo diritto alla libertà di parole (evidentemente scambiata per libertà di insulto) fosse stata negata.
Curioso, perché è lui stesso a mostrare che quel diritto debba valere solo per lui: Leonardi, infatti, non ha esitato un secondo a scagliarci contro un'utente che gli aveva chiesto cosa avrebbe fatto se suo figlio fosse stato gay, sostenendo che fosse intollerabile coinvolgere i suoi affetti nel dibattito. Una tesi assai curiosa per chi rivendica il diritto di poter insultatore e giudicare la vita e gli affetti degli altri (ancor più se si considera che, contrariamente a lui, quell'utente non aveva usato alcuna offesa).
A quante pare sono pochi gli utenti ad avergli dimostrato appoggio (spesso attraversi citazioni di papi o preti), mentre tantissimi sono gli utenti indignati che chiedono un'intervento della Rai e una presa di posizione nei confronti di chi non si fa problemi ad accettare uno stupendo che pesa anche sul canone pagato dai gay.
Andrea Vianello, direttore di Rai Tre, ha twittato: «Quello che [Leonardi] scrive qui sono sue opinioni che nulla hanno a che fare con la Rai. Per me inqualificabili, le disapprovo profondamente». Considerato come non sarà stato certo il medico a suggerire al produttore di indicare il nome dell'azienda in cui lavora, c'è da chiedersi se ciò le renda opinioni (insulti?) personali o se debba valere la regola che voge in tutte le imprese private, dove chiunque è chiamato a rispondere di tutto ciò in cui viene citato il nome della società.
Clicca qui per legge alcuni tweet pubblicati da Danilo Leonardi.
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