Io sto con gli LGBT
Un malpensante potrebbe quasi pensare ad un piano preorganizzato ed in fondo gli elementi ci sarebbero tutti: continue istigazioni, comunicati stampa pronti all'invio, rivendicazioni di presunti incidenti di cui nessuno ha testimonianza e azioni volte a far conoscere solo il suono della propria campana.
Fatto sta che a Lecce le Sentinelle in Piedi hanno fatto di tutto per passare come vittime, ottenendo fiumi di inchiostro che raccontavano di come fossero state infastidite dalla presenza di manifestanti gay mentre se ne stavano lì fermi (a protestare contro il loro diritto all'esistenza e alla sicurezza, ndr). Il loro racconto dei fatti è così è giunta dapprima al Consiglio Comunale di Lecce e successivamente anche al Parlamento, dove sono state effettuate tre interrogazioni al ministro Alfano. Il tutto mentre la voce della controparte è rimasta pressoché ignorata.
In altre parole, proprio le persone che sostengono che i gay siano «una lobby» hanno dimostrato di avere amicizie assai più influenti, in grado di rilanciare la notizia senza soffermarsi troppo sui dettagli (proclami, pagine Internet, dichiarazioni...) che l'opinione pubblica probabilmente non conosce. Allo stesso modo è curioso notare come chi sostiene di difendere la libertà di parola si senta offeso se quel diritto viene esercitato da altri, così come chi sostiene che l'omofobia non esiste e che nessun gay abbia mai subito violenze possa poi usare quel termine per atti che non si avvicinano neppure minimamente alle prevaricazioni che molti gay subiscono quotidianamente.
Ed è così che l'associazione Lea-Liberamente e apertamente ha lanciato una campagna per cercare di far conoscere che la «manifestazione si è svolta in un clima pacifico, senza episodi di violenza e scontro, assolutamente non voluti né ricercati da parte di tutte le associazioni partecipanti, in linea con lo spirito che le ha mosse. Molte delle informazioni diffuse dalla stampa,dagli organizzatori e dalle sentinelle stesse invece sono state riproposte con dettagli inesistenti e aggiungendo particolari erronei e incoerenti, utilizzando una terminologia degna di ben altre manifestazioni».
E se la controparte la le possibilità economiche per acquistare post propagandistici su Facebook, alla pericolosissima «lobby omosessualita» (così la chiamano loro giusto per offendere un po') non è rimasto che chiedere auto a tutte le persone di buona volontà che, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, hanno deciso di metterci la faccia per manifestare il proprio supporto e per chiedere che i diritti,così come i doveri, siano uguali per tutti.
L'invito è a pubblicare sulla pagina Facebook dell'associazione (così come in molti hanno già fatto) un post contrassegnato con l'hashtag #iostoconglilgbt, un nome che prende spunto dalla definizione scelta dalle sentinelle e dai loro sostenitori, pronte a parlare di «quelli della LGBT» quasi come se dietro questa sigla non ci fossero delle persone, ma un'organizzazione violenta e sovversiva.
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