L'arcivescovo di San Francisco figura fra i membri di un gruppo lobbistico anti-gay


Alcuni gruppi omofobi continuano a sostenere l'esistenza di una fantomatica «lobby gay» in grado di controllare qualsiasi attività politica, sociale ed economica del mondo. Ma se quella tesi non è mai stata sostenuta con prove tangibili (al punto da apparire solo come una definizione propagandistica atta ad incutere timore), alcuni recenti documenti parrebbero invece testimoniare l'esistenza di gruppi di pressione anti-gay assai più tangibili.
Il tutto è venuto alla luce attraverso il ritrovamento di un invito ad una riunione di un gruppo denominato Princeton Group, volta a discutere «lo sviluppo e la distribuzione di un piano d'azione per proteggere il matrimonio e preservare le libertà religiose».
Tra gli invitati figurano numerosissimi esponenti del National Organization for Marriage (un gruppo omofobo etichettato "gruppo d'odio" dal governo californiano nel 2009) ed alcuni membri dell'Alliance Defending Freedom e dell'American Principles Project. In lista c'è anche l'Arcivescovo di San Francisco, Salvatore Cordileone, da tempo molto criticato per il suo incondizionato appoggio al National Organization for Marriage.
«Sei stato scelto per far parte di questo eccezionale gruppo di lavoro e per contribuire in prima persona a rispondere ad una delle più importanti sfide sociali nella storia degli Stati Uniti -si legge nell'invito- È tempo di entrare a far parte di un'iniziativa che verrà vista dalle future generazioni come il momento che ha salvato il matrimonio americano».
Il documento si prolunga in svariati proclami pur senza mai addentrarsi in dettagli pratici e nessuno sa che cosa i partecipanti si siano detti durante l'incontro. Di certo le domande sono molte: perché quelle azioni non sono state intraprese in nome del National Organization for Marriage? Qual è il progetto che le meni più omofobe degli Stati Uniti stanno architettando?
Chi ha investigato sulla proprietà del dominio internet princetongroup.org ha scoperto che è stato registrato nell'aprile del 2013 dall'imprenditore Matthew Haas. L'uomo risulta membro del National Organization for Marriage insieme all'intera sua famiglia e il fondatore di una serie di «imprese basate sulla fede» che si sono occupate di fornire bene e servizi al gruppo d'odio. In più occasiono ha sostenuto la necessità di "curare" i gay o di obbligarli alla totale castità qualora le "terapie" inflitte non risultino funzionare. Suo fratello Justin, invece, è parte del Consiglio consultivo per lo sviluppo dell'Istituto famigliare del Connecticut che, insieme alla Chiesa cattolica, ha rappresentato il principale avversario all'introduzione del matrimonio egualitario.
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