Notizie -

Le Sentinelle e Forza Italia: niente riqualificazione per la gay street di Milano, il loro sito non ci piace

«Il Comune di Milano andrà, indirettamente, a dare il proprio patrocinio a un'associazione che diffonde link e contenuti chiaramente pornografici in maniera chiara». È questo l'allarme lanciato dalla pagina delle Sentinelle in Piedi di Milano attraverso un articolo di Silvia Sardone, membro della segreteria regionale di Forza Italia e consigliere di zona 2 del capoluogo lombardo.
Sotto accusa è il patrocinio che consiglio di zona ha concesso alla manifestazione "Via Sammartini in festa per la sua riqualificazione" (in programma il 29 giugno) atta a promuovere un intervento complessivo di riqualificazione urbanistica del rilevato ferroviario, così come indicato nel PGT.
«Il progetto dell'iniziativa e la richiesta di patrocinio dell'evento -spiega la consigliera- sono state avanzate dall'associazione Gay Street. L'associazione in questione ha un sito che propone in home page numerosi link che riportano a siti dichiaratamente pornografici, vietati ai minori di 18 anni. Il Comune di Milano andrà quindi, indirettamente, a dare il proprio patrocinio a un'associazione che diffonde link e contenuti chiaramente pornografici in maniera chiara». Viene anche allegata un'immagine dell'home page, denunciando come «risulta francamente assurdo concedere il simbolo del Comune ad associazioni che propagandano materiale pornografico».
Se quest'ultima frase esplicita chiaramente come il patrocinio sia del tutto gratuito, appare difficile trovare il senso nella teoria che vorrebbe cestinati i progetti di interesse pubblico proposti da soggetti che gestiscano siti che non si condividono. E c'è anche da chiedersi da dove si ravvisi la presenza di link a siti per adulti... sempre che quel «dichiaratamente» non si riferisca alla scritta «V.M. 18» presente in pagina (ma in tal caso andrebbe notato che quello è il nome di un locale e non un avvertimento).

Se poi si fosse letto l'articolo pubblicato su Il Giorno del 5 giugno (comodamente linkato nella pagina tanto criticata), ci si sarebbe accorti che l'allarme non riguarda solo i locali gay, ma soprattutto gli abitanti della zona. «Gli anfratti -si legge- diventano nascondigli per bottiglie e giacigli, i muri orinatoi, i marciapiedi terra di nessuno. Anzi, di balordi e malintenzionati».
È questo il motivo per cui l'associazione dei locali gay (insieme ad altre realtà completamente svincolate dalla realtà lgbt, come gli appassionati di bicicletta della FIAB Milano Ciclobby) hanno lanciato l'idea di un diverso arredo urbano che possa riqualificare l'area. «A Roma l'Amministrazione ha pedonalizzato e riqualificato la nostra via gemella -sottolinea Felix Colosso, gestore dell'After Line- pure i commercianti hanno fatto la loro parte. Noi siamo pronti a investire pur di riportare il decoro».
L'impressione è che queste critiche siano mosse solo dal coinvolgimento di realtà gay, forse ritenuto dalle Sentinelle in Piedi e da Forza Italia un motivo sufficiente per opporsi a priori, anche costo di sacrificare la sicurezza e la dignità dei residenti.

La gay street (parallela della via Gluck resa celebre nel 1966 da Adriano Celentano) prese vita il 4 aprile 1993 da un'idea di Felix Cossolo che, proprio in quell'occasione, lì inaugurò il suo discobar After Line. Il progetto era ambizioso e mirava ad emulare l'esempio delle analoghe vie di San Francisco e di New York. Era la prima strada del suo genere in Italia e l'attenzione dei media fu notevole.
L'assenza di appoggi politici però, fece sì che l'area sia rimasta troppo a lungo abbandonata a sé stessa, in un continuo degrado legato a le più disparate cause.
Nell'ottobre del 2002 il vecchio questore di Milano organizzò vari raid nella via, identificando tutti i presenti e sequestrato volantini e riviste gay (di fronte a numerosi testimoni minacciò di «passare d'ora in poi tutte le sere» perché quel locali «non sono legali»). Arrivò poi il problema del «palazzo del sesso» situato a meno di 300 metri di distanza, proprietà del conte Alessandro Naldi Baldini Piccolomini ed interamente adibito alla prostituzione e allo spaccio. La struttura venne sequestrata e chiusa solo nel novembre del 2007 (l'anno precedente anche il programma televisivo Le Iene si occupò di denunciare quella situazione inaccettabile).
La presenza di spacciatori nelle vicinanze portò a nuovi controlli ricorrenti da parte delle forze dell'ordine e nel 2008 la questura di Milano dispose la chiusura alle ore 22 dei locali che «costituiscono luogo di ritrovo di soggetti dalla chiara tendenza omosessuale» (la decisione venne poi annullata dal Tar).
I locali iniziarono a doversi trincerare dietro a porte chiuse a chiave che tenessero lontani i malintenzionati e gli avventori diminuirono proporzionalmente alla crescita di criminalità, quest'ultima fin troppo lasciata libera di agire indisturbata (spesso ignorando le continue denunce di degrado lanciate).
A peggiorare la situazione ci sono anche gli oltre 33.000 metri quadrati di ex-magazzini abbandonati presenti nella via: un progetto del 2011 li avrebbe voluti trasformare in un centro commerciale, ma al momento sono solo una casa per topi e ratti.
Vien da sé che, senza un intervento strutturale e coordinato, la gay street milanese non potrà avere un futuro roseo. Il tutto umiliando Milano se si paragona quella realtà con quelle presenti nelle altre città europee (spesso e volentieri forti anche di un appoggio da parte delle istituzioni).


Leggi l'articolo completo su Gayburg
Ed ancora:
Ceccardi, Tovaglieri, Borselli e Porro fanno branco contro l'altela che Salvini spaccia per "trans"
Ma come si vestono Vannaccie e la Sardone?
La Sardone è alleata con l'Adf ma si sente nel diritto di criticare le alleanze di Conte???
Giordano e Sardone usano il cadavere di Satnam Singh per propaganda
La leghista Sardone sostiene che gli odiati mussulmani la insulterebbero, ma gli account citati non si trovano su nessuna piattaforma
Ma la Sardone sa solo parlare di quanto lei odia i mussulmani?