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Lignano, la spiaggia gay non s'ha da fare

L'immagine di una tavola circondata da cappi corredata dalla frase «Finoc**hio di mer**da,stasera sei invitato a cena... porta anche i tuoi amichetti, mi raccomando!». È questo il tweet che sta facendo il giro della rete e che è stato rivolto al giornalista de L'Espresso Tommaso Cerno, ritenuto reo di aver appoggiato il piano di rilancio di Lignano Sabbiadoro attraverso la creazione di una spiaggia gay.
Tra un simbolo inneggiante al nazismo e una preghiera a Santa Rita da Cascia, l'utente ha poi rivolto un monito ai «giornalisti seguaci cogl**oni del finoc**hio Cerno», accusati di occuparsi dell'omofobia anziché degli operai disoccupati. Curioso, perché le due cose sono effettivamente correlate... peccato che sia proprio l'omofobia ad aver impedito la creazione di nuovi posti di lavoro.
Ma facciamo un passo indietro. Negli ultimi anni Lignano Sabbiadoro ha registrato un brusco calo del turismo, motivo per cui uno studio della prestigiosa Four Tourism aveva individuato come possibile soluzione la creazione di una struttura balneare dedicata ai gay. I dati, infatti, parlano di una cospicua fetta di mercato che finisce nelle casse delle aree che offrono attrazioni gay-friendly, motivo per cui quella mossa avrebbe avuto l'effetto di una vera e propria azione di marketing.
Ma siamo in Italia e di gay non bisogna neppure parlarne. «Lignano necessita di ben altri interventi di riqualificazione della spiaggia e della città» ha dichiarato il Comitato Turisti Lignano, così come il Comune si è affrettato a rassicurare che l'idea non verrà neppure presa in considerazione.
Naturalmente non è detto che quella fosse la soluzione migliore, ma scartarla a priori per quello che appare come un mero pregiudizio (sui giornali sono tante le farsi omofobe riportate in merito) non appare certo una mossa così furba. Ancor più se si lanciano insulti e minacce di morte mentre si pretendono gli effetti che quella mossa avrebbe portato.


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