Meno della metà degli statunitensi è convinta che si nasca gay
«Un po' di numeri dati in pasto ai media, un po' di fango su chi si oppone, che altro serve? Il resto lo fanno le battaglie nelle aule giudiziarie, e il gioco è fatto». È con queste parole che Tempi.it ha sostenuto che i gay abbiano spiegato la loro strategia per ottenere matrimoni egualitari contro ogni regola democratica (cosa peraltro curiosa, dato che nello stesso articolo sostengono che i partiti si siano dovuti piegare perché la maggioranza della popolazione -soprattutto i giovani- siano favorevoli..).
Viene così da chiedersi perché alcune riviste , soprattutto di stampo cattolico, impieghino la maggior parte delle proprie forze nel cercare di manipolare opinioni e nel sostenere sostenere tesi che non stanno in piedi... ma la risposta forse ci giunge dalle statistiche che mostrano come quella che ha tutta l'aria di una macchina del fango riesca ad inculcare dubbi nella popolazione e a tenere in vita tesi ampiamente screditate a livello scientifico.
Davvero preoccupanti, infatti, sono i risultati di un sondaggio condotto negli Stati Uniti, secondo i quali meno della metà dei cittadini è convinto che si nasca gay. Non solo, il dato pare anche in diminuzione con un 42% registrato nel 2014 a fronte di un 47% dello scorso anno, innegabile effetto della propaganda anti-gay lanciata negli ultimi dodici mesi.
Nel 1977 solo il 13% della popolazione era convinta che si nascesse gay, ma il fatto che a 37 di distanza più la metà degli statunitensi continui ad affidarsi alle curiose teorie predicate dal fronte anti-gay è un chiaro campanello d'allarme.