Russia: un ragazzo ha un attacco di cuore durante un'aggressione omofoba
Occupy Pedophilia è una tra le più terribili incarnazioni dell'omofobia di stato russa. Dietro la scusa di voler combattere la pedofilia hanno dato vita ad una rete che non perde occasione per attaccare i gay (sfruttando anche il fatto che lo stato e la Chiesa Ortodossa fanno di tutto per accomunare le due cose). Il loro modus operandi è sempre lo stesso: adescano giovani gay per torturarli, umiliarli e distruggere le loro vite (spesso obbligandoli dietro minaccia a dichiararsi in famiglia o a scuole in modo che sia poi la società a perseguitarli a vita). Nonostante il loro leader sia stato arrestato per estremismo, i loro raid proseguono quasi indisturbati. Ad essere finito in tribunale, però, è un caso in cui si è sfiorata la tragedia.
Cinque ragazzi russi, tutti tra i 18 e 22 anni di età, hanno adescato un ragazzo venticinquenne su un sito di incontri gay. Dopo avergli dato appuntamento, lo hanno rapito sotto la minaccia di una pistola. Gli hanno rubato i 10mila rubli che aveva in tasca (circa 200 euro) e gli hanno detto di far parte di una missione volta a «ripulire la società dagli omosessuali»
Il pubblico ministero, Emilia Sinenko, ha raccontato come «gli studenti hanno trattato il prigioniero con crudeltà, costringendolo a spogliarsi nudo e hanno sparato per terra, accanto a lui. Il giovane uomo che soffre di una malattia cronica ha avuto un attacco di cuore causato dallo stress. In questa condizione, è stato portato in banca per ottenere un prestito di 50.000 rubli (circa 1.000 euro)».
Giunto in banca il giovane è riuscito a consegnare allo sportello un foglietto con scritto «Aiuto, sono in ostaggio», ma il cassiere si sarebbe limitato a dirgli che non poteva procedere con il prestito senza prendere alcuna iniziativa in suo aiuto. A quel punto i rapitori lo hanno portato in un'altra banca e, finalmente, questa volta il personale dell'istruito ha allertato la polizia una volta ricevuto il messaggio del giovane.
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