Basta togliere la parola «gay» ed anche gli studi filo-cristiani condannano le terapie riparative


Proviamo ad affrontare il tema da un punto di vista diverso, premendolo un po' alla larga. Partiamo da un articolo pubblicato il 3 luglio scorso da Staibene.it (un sito internet dedicato alla salute che si vanta di essere nato «in partnership con CNR Istituti di medicina sperimentale»), dal titolo "Pregare fa bene alla salute, ora lo dice anche la medicina".
Nel testo si afferma che nella lotta ai tumori «anche la preghiera, in tutte le sue forme rappresenta un aiuto importante per un paziente oncologico. E funziona anche se la fede si cerca tramite Internet, in gruppi di preghiera che si raccolgono sfruttando le opportunità offerte dal Web. È la conclusione di uno studio condotto dai ricercatori statunitensi della University of Winsconsin-Madison Center of Excellence in Cancer, condotto su 97 donne colpite da cancro alla mammella residenti negli stati americani del Winsconsin e del Michigan».
La notizia viene data per certa ed è presentata quasi una sorta rivoluzione. Peccato che basti effettuare una semplice ricerca in rete per scoprire che lo studio è datato 27 novembre 2006 e che molte frasi siano identiche a quelle scritte più di cinque anni fa in un commento pubblicato su Yahoo! Answer (e quindi presumibilmente derivanti da altre fonti dell'epoca di cui è andata persa memoria.). Con qualche altro click ci si può imbattere anche in chi mette in dubbio la serietà della ricerca: la metodologia adottata prevedeva infatti il puro conteggio del numero di parole religiose inserite nei messaggi pubblicati su un forum a fronte impronta cristiana. Si è poi deciso di considerare tutte quelle parole come necessariamente positive e si sono considerati i risultati ottenuti solo da 97 pazienti sui 231 partecipanti: gli altrui sono stati scartati perché non partecipavano attivamente al forum, magari a causa di un peggioramento del proprio stato di salute o, come affermano gli stessi ricercatori, «perché ritenevano eccessiva la componente religiosa dei messaggi scambiati all'interno del gruppo». Insomma l'impressione è che non vi sia una così così stretta correlazione fra causa ed effetti (qui trovate una dettagliata argomentazione).

Ma il punto che maggiormente ci interessa è un passaggio contenuto nel documento originale e non particolarmente rimarcato dai media (né all'epoca, né nelle riproposizioni successive). Si tratta del momento in cui i ricercatori analizzano gli effetti negativi della fede sulle persone che ritengono che il proprio stato di salute sia una punizione divina ad una loro colpa.
«Va notato -si legge nel documento- che questo studio ha osservato solo il lato positivo di preghiera e dell'espressione religiosa all'interno dei gruppi di supporto informatico e ricerche precedenti hanno notato come non tutte tutte le forme di preghiera religiosa contribuiscano ad un miglioramento dei risultati. Ad esempio, uno studio recente ha scoperto che il sentimento religioso negativo (vale a dire le dichiarazioni riguardanti una punizione o abbandono da parte di Dio) erano associate con l'angoscia, la confusione e la depressione, contribuendo negativamente al benessere fisico ed emotivo, così come la qualità della vita. Inoltre alcuni colleghi hanno osservato come il sentimento religioso possa portare a chiedere a Dio la soluzione dei problemi, inducendo un atteggiamento passivo».
Ora proviamo a fare una prova e sostituiamo i tumori con le cosiddette «terapie riparative». Il loro basarsi sulla colpevolizzandone dell'individuo e sulla creazione di sensi di colpa, le fanno rientrare perfettamente nella classificazione del sentimento religioso negativo (non a caso anche gli effetti descritti sono i medesimi: depressione e propensione al suicidio), così come l'«atteggiamento passivo» parrebbe invece volto a giustificare i cosiddetti ex-gay, persone pronte a rinnegare la propria sessualità sulla base di condizionamenti esterni (spesso argomentati come un volere divino).
È interessare come basti cambiare qualche termine perché anche le ricerche filo-cristiane finiscano con il sottolineare ciò che le ricerche indipendenti sostengono da tempo, ossia che queste presunte "terapie" hanno effetti devastanti sulle persone (lo hanno per i tumori, figuriamoci versi ciò che non dev'essere "curato").
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