Durante il processo a Tulisa spunta la registrazione in cui il suo manager afferma: «Simon Cowell è gay»
È iniziato il processo nei confronti di Tulisa, la cantante inglese ed ex giudice di X Factor UK che è stata arrestata da Scotland Yard con l'accusa di spaccio di cocaina e di altre sostanze stupefacenti. Il tutto è partito da un'inchiesta svolta dal giornalista Mazher Mahmood, il quale l'aveva avvicinata presentandosi come uno sceicco interessato a coinvolgerla in un film con Leonardo Di Caprio. Ed è in occasione dei loro incontri che Tulisa si sarebbe offerta di procurargli della cocaina, sostenendo che metà della sua rubrica telefonica si occupa di quel "business" e che il suo migliore amico ne aveva in quantità.
Ma a tener banco sui tabloid inglesi di oggi è stata soprattutto la registrazione di una conversazione privata intercorsa fra il giornalista e Gareth Varey, manager della cantante, finita nell'aula del tribunale. Il motivo di tanto clamore è il presunto outing del produttore Simon Cowell (anche lui giudice di X-Factor UK).
Nella registrazione si sente Mahmood che chiede a Varey se il collega della sua assistita fosse gay, e lui ha prontamente risposto con un «sì». Il giornalista ha poi chiesto se lui ci fosse andato a letto, ma il manager ha negato, aggiungendo poi che l'avrebbe fatto solo nel momento in cui ne avrebbe potuto trarre un qualche beneficio. Alle curiosità dell'interlocutore ha poi risposto di non provare alcuna attrazione nei confronti di Cowell. A quel punto Mahmood ha incalzato «E allora come fai a sapere che è gay?». La risposta è stata: «Conosco persone che ci sono andate a letto insieme».
Da tempo al centro di voci sulla sua sessualità, Simon Cowell ha sempre negato di essere gay. Proprio lo scorso aprile dichiarò: «Molti dei miei amici sono gay ma io non lo sono, e non ci ho mai neanche minimamente pensato. Sono delle voci talmente vecchie. Ma non potrebbe interessarmene di meno perché non ci sarebbe niente di cui vergognarsi. Se avessi lavorato in una miniera 200 anni fa forse sarebbe stato diverso, ma vivo nell'ambiente più gay del mondo».