I Giuristi per la Vita denunciano Oliviero Toscani: alle sue opinioni dev'essere messo il bavaglio


I Giuristi per la Vita sono uno di quei movimenti impegnati a ripetere come un mantra che una legge contro l'omofobia sarebbe una violazione della «libertà di opinione» e che la dignità di milioni di gay e lesbiche possa essere calpestata e minacciata in nome di quel diritto. A smascherare la loro ipocrisia è come ora si vantino di aver sporto denuncia nei confronti del fotografo Oliviero Toscani, da loro considerato colpevole di aver espresso un'opinione.
Secondo i Giuristi per la Vita e l'associazione Pro Vita Onlus, infatti, il fotografo sarebbe da perseguire penalmente per le sue opinioni e per il presunto «reato di offesa ad una confessione religiosa mediante vilipendio di persone, previsto e punto dall'articolo 403 del Codice Penale, ed il reato di offesa ad una confessione religiosa mediante vilipendio di cose, previsto e punito dall'articolo 404 del Codice Penale».

Le tre frasi oggetto della denuncia sono: «Pensate di essere un extraterrestre che atterra in Italia ed entra in una chiesa cattolica. Vedi uno attaccato e inchiodato alla croce, un altare con dei bambini nudi che volano. Lui non sa che sono angeli. Poi vedi quell'altro sanguinante, ce n'è di tutti i gusti. Io credo che un club sadomaso non sia così all'avanguardia. La Chiesa sembra un club sadomaso. Anch'io mi sento offeso da questa iconografia cattolica»; «La Chiesa è la più grande invenzione omosessuale che sia mai esistita, i cui appartenenti si vestono da donna. Vorrei sapere se esiste qualcuno che da bambino non abbia mai subito molestie da un prete»; «Papa Bergoglio parla come mio nonno 60 anni fa e non gli dava retta nessuno. Dice delle banalità e delle cose così normali che viene da pensare: ma in questi anni che cazzo ci hanno detto questi papi? E poi fanno santo Wojtyla che era contro il preservativo in Africa. Ha fatto dei disastri, un assassino. Uno che dice in un posto dove c'è l'Aids di non usare il preservativo»

Nella denuncia si sostiene che tali affermazioni vogliano «offendere deliberatamente il sentimento religioso di milioni di fedeli» e risultino «espressioni ingiuriose nei confronti del crocefisso, delle statue di santi e degli angeli negli altari». Si arriva addirittura ad ipotizzare l'esistenza di «una preoccupante deriva cristianofobica» e che «tutto questo odio gratuito rischia di alimentare nell'opinione pubblica un clima davvero pesante», motivo per cui «i cristiani non possono tacere, subire supinamente, restare passivi e inerti di fronte a questa preoccupante escalation».
Detto ciò, vien da chiedersi con quelle coraggio si voglia impedire agli altri di esprimere critiche verso la Chiesa quando in nome nella «libertà di opinione» ci si spinge sino a pretendere che non sia fatto nulla per evitare che i gay possano essere aggrediti per strada, lavorando incessantemente per diffondere la disinformazione e inutili discriminazione.
Perché appare difficile parlare di un clima ostile verso sé stessi se si è gli artefici di un «odio gratuito che rischia di alimentare nell'opinione pubblica un clima davvero pesante» nei confronti dei gay. Basti pensare quante vite possano essere state messe a rischio dalla loro propaganda e quali rischi inesistenti per i cattolici possano aver avuto le parole di Toscani.
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