La Croazia ha approvato la legge sulle unioni civili gay


Con 89 voti a favore e 16 contrari, il Parlamento croato ha approvato la legge sulle unioni civili fra persone dello stesso sesso. La formulazione è molto simile a quella proposta qui in Italia da Renzi: non si chiameranno «matrimoni» ma «partenariato di vita» con pari diritti e doveri ad esclusione dell'adozione. Sarà però prevista la possibilità di adottare il figlio biologico del proprio partner e il riconoscimento di status di famiglia garantirà loro le protezioni previste dalla Costituzione. Anche le cerimonie dovranno essere svolte nei luoghi adibiti ai matrimoni eterosessuali.
Al pari dell'Italia, contro la legge si era mobilitata la Chiesa cattolica croata e varie associazioni cattoliche intenzionate a «difendere» la famiglia tradizionale. Nel momento del voto i 16 deputati contrari sono riconducibili all'area di centro-destra, pronta a bollare la norma come «troppo liberale».

Il 1° dicembre 2013 un referendum popolare promosso dai cattolici chiese una modifica costituzione atta a ridefinire il matrimonio come unione fra un uomo e una donna. Il fronte del sì vinse con il 66% dei voti anche se l'affluenza alle urne registrò la presenza solo del 38% degli aventi diritto.
Secondo il governo quel dato non sarebbe stato significativo per impedire un riconoscimento di diritti civili dovuti, mentre le associazioni cattoliche hanno fatto quadrato attorno a quei numeri per sostenere l'illegittimità della legge appena approvato.
Anche in questo caso la situazione ha un senso del déjà vu, portando alla mente i dati sventolati in Inghilterra dalla Chiesa cattolica ed anglicana a fonte di un sondaggio d'opinione sui matrimoni gay: in quell'occasione la spinta fornita dalle due realtà religiose aveva portato ad una vittoria dei contrari, ma l'analisi pesata dei dati (attraverso l'eliminazione dei voti espressi in modalità non conforme al campione statitico) aveva poi rivelato come i dati finali fornissero un dato diametralmente opposto ed una maggioranza di cittadini favorevoli al provvedimento.
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