La scienza non ha dubbi: l'omosessualità è utile alla specie o l'evoluzione l'avrebbe cancellata


Se l'omosessualità non servisse alla specie, come sarebbe possibile che l'evoluzione non l'abbia eliminata? È questa la domanda che ha spinto alcuni ricercatori a chiedersi perché esistano migliaia di specie che presentano varie forme di omosessualità.
Gli studi sui rapporti fra delfini dello stesso sesso ha portato la biologa Janett Mann ad ipotizzare che «potrebbe essere un modo per rafforzare i legami. Un altro motivo è che potrebbe essere utile per imparare a praticare il sesso eterosessuale».
Marlene Zuk, una biologa californiana, sostiene invece che il loro scopo possa essere quello di «contribuire alla comunità supportando la crescita dei loro simili giovani senza deviare le naturali risorse che potrebbero portare ad avere una propria prole». Una tesi che parrebbe trovare conferma dalle tante coppie di pinguini gay che si sono prese cura delle uova abbandonate dai genitori.
L'anello di unione delle varie ipotesi è una considerazione molto semplice: l'omosessualità un fenomeno naturale che non potrebbe esistere senza un ruolo ben specifico nell'evoluzione della specie.
Curiosità scientifica deriva anche dal chiedersi perché l'uomo sia l'unica specie che ha maturato l'omofobia. «Quella dell'omofobia è una domanda sulle cui motivazioni si preoccupano tutti -ha dichiarato Janett Mann- Ci sono diverse teorie riguardo al perché la gente trova che l'omosessualità sia minacciosa. Qualcuno pensa che possa distruggere i legami, come se un omosessuale giocasse nella squadra sbagliata. La cosa divertente è che la gente dice che l'omosessualità è innaturale, che i non-umani non hanno comportamenti omosessuali: ma non è vero».
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