Maurizio Lupi: «Il premier dovrà capire. In Italia non ci sarà mai un matrimonio per coppie omosessuali»


C'è da chiedersi a cosa servano le aule parlamentari dato che si ha l'impressione che i nostri politici preferiscano occuparsi della cosa pubblica attraverso le pagine di Avvenire. È attraverso le pagine del quotidiano della Cei, infatti, che il sottosegretario Toccafondi ha annunciato che la strategia nazionale di contrasto all'omofobia sarebbe stata interrotta (così come avvenuto), è da lì che il premier Renzi ha ritrattato l'impegno preso con gli elettori riguardo alle unioni gay ed è da lì che Carlo Giovanardi ha sostenuto che la proposta di legge Cirinnà sulle unioni gay presenti problemi di costituzionalità.
Anche Maurizio Sacconi (Ncr) ha spiegato ad Avvenire che la concessione di uguali diritti economici alle coppie gay metterebbe a repentaglio la sostenibilità del sistema previdenziale, «il cui precario equilibrio sarebbe messo in discussione a partire dalla pensione di reversibilità che già oggi costa ogni anno oltre 40 miliardi». Il tutto quasi a voler legittimare la creazione di cittadini di serie b che non abbiano alcun diritto ma contribuiscano a sostenere economicamente i diritti altrui.
Ed è sempre attraverso le pagine di Avvenire che il ministro delle infrastrutture, Maurizio Lupi (Ncd), ha definito «irricevibile» la proposta di legge presentata dal Pd (peraltro riferendosi presumibilmente a quella già "rottamata", dato che le intenzioni di Renzi non sono ancora state rese pubbliche) ed annuncia: «Non se ne parla, il premier dovrà capire. In Italia non ci sarà mai un matrimonio per coppie omosessuali».
Lupi ha anche sostenuto che il partito di Alfano non sia disponibile ad una «forma di "matrimonio-fotocopia"» e sia disponibile solo ad «individuare nel codice civile le carenze rispetto alle tutele di alcuni diritti individuali e a regolamentarli con maggiori tutele».
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