Secondo l'Arcivescovo cattolico di San Francisco, l'omofobia non è ingiusta
L'Arcivescovo cattolico di San Francisco, Salvatore Cordileone, è noto come uno fra gli esponenti più omofoni della Chiesa. Ha presenziato all'assemblea del gruppo d'odio denominato National Organisation for Marriage, risulta fra i membri di un'organizzazione segreta che ha l'obiettivo di impedire le nozze gay e non ha mai perso occasione per pronunciarsi contro i diritti della comunità lgbt.
Questa volta, però, è andato oltre e si è spinto a difendere l'omofobia. Secondo il religioso, infatti, il «comportamento sessuale» è una scelta e come tale la discriminazione non è «veramente ingiusta».
Prendendo spunto dal progetto di legge del presidente Barack Obama con cui si intende fermare la discriminazione omofobica su scala nazionale, Cordileone ha dichiarato: «Il legislazione non vuole proteggere le persone, ma il loro comportamento. Chiese, imprese ed individui non dovrebbero essere puniti in alcun modo per vivere le proprie convinzioni religiose e morali riguardanti l'attività sessuale. La discriminazione veramente è quella in base alle caratteristiche personali, non al comportamento sessuale. Tutti noi dovremmo lottare per proteggere la libertà religiosa».
Curioso, però, è notare come si chieda di discriminare le persone in base ad un normale orientamento sessuale sulla base di una presunta libertà religiosa, laddove la religione è una scelta individuale e non una caratteristica naturale (come l'omosessualità). Insomma, il proclamo in sé appare come una vera e propria contraddizioni in termini, fatta da chi rivendica il diritto di poter calpestare la libertà altrui sulla base della propria.