Sulle unioni gay Renzi cambia le carte in tavola. Arcigay replica: «Faccia il serio, basta giochetti»
In quella che pare ormai diventata una prassi per tutti i politici italiani, anche Matteo Renzi ha scelto di annullare tutto ciò che è stato detto in merito ai diritti civili delle coppie gay. La sede scelta per l'annuncio non è istituzionale, ma si sono preferite le pagine del giornale dei vescovi: in un'intervista rilasciata ad Avvenire, il premier ha dichiarato che «Io ho sempre detto che i diritti civili stanno in un pacchetto che parte dalle riforme costituzionali. Una volta che il Parlamento avrà terminato di votare queste, discuteremo anche su quella che ritengo essere una assoluta e corretta rappresentazione delle civil partnership, sul modello tedesco. E sarà superato il ddl Cirinnà perché anche in questo campo vedremo una proposta ad hoc del governo, che è pronto a prendere una sua iniziativa».
Su come sia stato superato, quale sia la nuova proposta e in che modo di intenderà garantire i diritti dei gay non viene detto nulla. E di certo fatto che l'annuncio giunga da un giornale da sempre contrario a qualsiasi riconoscimento dei diritti civili (anzi, spesso artefice di campagne discriminatore e diffamatorie) non fa certo ben sperare.
«Sta diventando una storia grottesca -ha commentato Flavio Romani, presidente di Arcigay- al limite dello schizofrenia, se teniamo presente che Renzi è anche il segretario del partito di cui fa parte la senatrice Cirinnà. Proprio il premier sul tema delle unioni tra persone dello stesso sesso aveva fissato una data: settembre. E proprio in vista di quella scadenza il Parlamento aveva messo in campo una proposta, cioè un punto da cui iniziare la discussione. Ora il capo dell'esecutivo fa lo sgambetto al potere Legislativo, proprio mentre nel Paese si solleva l'allarme per quella che qualcuno chiama la "svolta autoritaria", arrogandosi una priorità nella proposta ma senza entrare nel merito dei contenuti che la caratterizzeranno. Viene spontaneo allora domandarsi: a quale scopo Renzi rottama il testo della senatrice Cirinnà? Vuole migliorarlo o peggiorarlo? E soprattutto: al di là del punto di partenza, qual è il punto di arrivo che Renzi si è prefissato in tema di riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso? Con quali tempi intende giungere a meta? Rispetterà la scadenza che lui stesso si è dato? La sensazione è che questo sia l'ennesimo "giochetto", una modalità in Italia ormai rodata per confondere le carte e dilatare i tempi. Allora facciamo un appello alla serietà e alla concretezza: siamo davvero stanchi di essere rimbalzati da un testo all'altro, come fossimo allodole da rimbambire con un gioco di specchi. Renzi dica una volta per tutte di quale legge sta parlando, senza scomodare fascinazioni esterofile, ma chiarendo nel dettaglio i diritti che si vuole siano riconosciuti alle coppie di gay e lesbiche. Lo dica senza ambiguità e nelle sedi corrette, senza che il dibattito acquisisca il retrogusto dell'inchino alla lobby che da sempre ostacola, grazie alla complicità della classe politica italiana, il raggiungimento di qualsiasi obiettivo su questi temi».
Leggi l'articolo completo su Gayburg