Usa: Arcivescovo anti-gay indagato dalla Chiesa per presunte molestie sessuali a preti e novizi
Monsignor John Nienstedt è un arcivescovo del Minesota noto per le sue posizioni anti-gay. Ha definito l'omosessualità come «male», ha destinati più di 650mila dollari della chiesa a campagne di demonizzazione dei gay e ha minacciato di sollevare dal proprio incarico tutti i prelati che hanno osato contestare la sua linea dura.
Nel 2012 fece scalpore la sua risposta alla una lettere di una madre che gli aveva confidato di voler amare il figlio gay per quello che era: il religioso le suggerì di ripensarci dato che suo figlio sarebbe stato condannato alla «dannazione eterna» se non avesse immediatamente abbracciato la posizione della Chiesa in materia dell'omosessualità.
Ora è quella stessa Chiesa ad aver avviato un'indagine nei confronti del monsignore, accusato di «cattiva condotta sessuale» dopo che una serie di preti e novizi l'hanno accusato di avergli rivolto avances sessuali. Nella denuncia Nienstedt è stato anche «accusato di rappresaglie contro coloro che hanno rifiutato le sue avances o hanno messo in dubbio la sua condotta».
Lui respinge le accuse e parla di «un attacco personale contro di me a causa della mia posizione costante su temi coerenti con l'insegnamento della Chiesa, come l'opposizione al cosiddetto matrimonio omosessuale». Ha anche sottolineato come non si siano rilevanze penali: «Le accuse non comportano minori o fedeli laici, e non implicano alcun tipo di comportamento illegale o criminale».
Lo scorso dicembre l'arcivescovo si dimise a causa di un'indagine di polizia avviata dalla una denuncia di un ragazzo che l'aveva accusato di avergli toccato il sedere durante una cerimonia del 2009. A Marzo tornò a ricoprire il suo ruolo dopo la chiusura del caso, poi riaperto sulla base di nuove prove ed attualmente in attesa dell'esito delle indagini.
I risultati della inchiesta saranno consegnato all'ambasciatore del Papa negli Stati Uniti, l'arcivescovo Carlo Maria Viganò.