Ed i parà intonano l'inno fascista...
La Nazione non ha avuto dubbi a definirla una «goliardata», ma il vedere i parà del 186° reggimento Folgore che intonano inno dal chiaro sapore fascista non ha esattamente l'area di un gioco, così come è difficile credere che le vittime del regime ridano nel vedere simili immagini.
Il caso è scattato a luglio, dopo la diffusione su YouTube di un video che si presume sia stato registrato 15 giugno. Nelle immagini si vede un anziano con il basco che dirige una trentina di ragazzi in uniforme che fieramente cantano l'inno fascista "Se non ci conoscete".
Da brividi è notare una simile fierezza e foga nel recitare frasi come «lo sai che il paraca ne ha fatta una grossa… si è pulito il cu*lo con la bandiera rossa… bombe a mano e carezze col pugnal», così come non passa inosservata la presenza di una lunga serie di saluti romani.
Lo Stato Maggiore dell'Esercito ha annunciato l'avvio di un'inchiesta e minaccia che qualche testa protrebbe saltare. Il maggiore Marco Amoriello, capo ufficio stampa della Folgore, l'ha etichettato come «un gesto stupido, che ci amareggia e ci mortifica, dando vita ad un'immagine che non ci appartiene e che col lavoro serio che portiamo avanti tutti i giorni, in Italia e all'estero, pensavamo cancellata. I primi ad essere danneggiati siamo noi, semplicemente perché non siamo quelli rappresentati in quel video. È in corso un'indagine interna per individuare i responsabili e capire se tra questi ci sono eventualmente appartenenti alla forza armata. Se ci fossero saranno presi i provvedimenti del caso».
Eppure è difficile non soffermarsi a riflettere sul rigurgito fascista che si sta sempre più insinuando nelle istituzioni, con tanto di quotidiani pronti ad assolvere i responsabili quasi si trattasse di divertenti reminiscenze di un'epoca passata.
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