L'insulto non è un diritto. Lo stato intervenga e fermi la propaganda cura-gay sui minori
Nell'indifferenza di Facebook spopolano vari gruppi che vogliono propagandare l'idea che l'omosessualità vada "curata" o possa essere cambiata a proprio piacimento. Nel panorama italiano la quasi totalità di essi è riconducibile ad un'unica casalinga, pubblicano gli stessi contenuti e spesso si danno ragione a vicenda (che equivale a darsi ragione da soli).
Le immaginette pubblicate illustrano presunti casi di persone "diventate" gay a causa di stupri collettivi o disgrazie varie, ma poi "ritornate" etero grazie alla religione. Tutte le storie sono difficilmente verificabili (a volerlo fare, si raggiunge solo un qualche sito americano che presenta sempre la stessa storia e lo stesso testo) e spesso sono solo traduzioni di immagini che hanno vagato per anni su vari gruppi cristiani. «Ognuno dice le stesse cose che hanno gli altri, è più facile in questo modo» ha recentemente raccontato una ex-attivista del movimento di propaganda delle cosiddette «terapie riparative». Si arriva anche nell'assurdità di potersi imbattere in storie provenienti dalla defunta comunità Exodus, nonostante il suo fondatore abbia ammesso che quelle erano tutte fandonie e che «il 99% di chi si è presentato qui non ha mai cambiato orientamento sessuale».
Non manca poi l'evergreen di Luca di Tolve, ormai impegnato da anni nel ripetere la storia della sua presunta "guarigione" dall'omosessualità voluta dalla Madonna. In fondo nelle Filippine si è creato un proficuo mercato attorno a dei poveracci che si fanno crocifiggere con chiodi veri davanti a turisti sadici (e tante bancarelle di souvenir) nella convinzione che ciò possa far piacere a Dio... rispetto a quello il negare la propria sessualità appare un masochismo non così tanto superiore dettato dallo stesso fanatismo (fermo restando che se a lui fa piacere credersi etero non c'è motivo per cui non possa farlo anche se sarebbe preferibile se poi non si prestasse nel cercare di obbligare anche gli altri a negare sé stessi).
A creare preoccupazione, però, è un dato: prendendo come esempio un gruppo Facebook chiamato "Cambiare orientamento sessuale" (sempre riconducibile alla nota casalinga), i dati pubblici della pagina indicano che i suoi lettori siano in prevalenza minorenni tra i 13 e i 17 anni d'età. C'è da chiedersi se siano ragazzini in cerca di istigazione all'odio o minorenni in difficoltà con la propria sessualità, magari speranzosi di poter superare la paura del coming out o l'omofobia della propria famiglia attraverso un "cambio" di ciò che non può essere cambiato.
Se poi si considera come il mondo cattolico non voglia assolutamente che nelle scuole si parli di omosessualità, vien da sé che quel messaggio malato e fuorviante possa essere inviato a ragazzi non ancora pronti a reagire all'omofobia. Il tutto mentre la politica approva mozioni volte a limitare l'accettazione dei gay e non si preoccupa di chi lavora alacremente per alimentarla.
In alcuni casi si può imbattere imbattere in veri e propri proclami che che non ha nulla da invidiare alle teorie naziste sulla razza, come questo:
La logica illogica ideologica e il significato fasullo della parola "orientamento sessuale"
Per mostrare che l'omosessualità è normale come l'eterosessualità questi due tipi di attrazioni sono state chiamate: "orientamento sessuale" ma corrispondono per la scienza ad un esterno che viene letto significante di un significato interiore che si è costruito nel vivere della persona in base a più fattori e risiedono nel cervello emotivo delle persone. Mentre gli altri tipi di attrazioni, come la pedofilia, la zoofilia ecc. vengono ancora chiamate "parafilie" e corrispondono per la scienza ad un esterno che viene letto significante di un significato interiore che si è costruito nel vivere della persona in base a più fattori e risiedono nel cervello emotivo delle persone. Spiegate solo in termini di scienza sono la stessa precisa cosa, emozioni. La parola "parafilia" ha il seguente significato dal greco filia "attrazione" para "deviazione", mentre la parola "orientamento sessuale" dà l'impressione di qualche cosa di più concreto e "innato". Spostando semplicemente un tipo di attrazione da una categoria all'altra, pur non cambiando in sostanza niente, la società ha l'impressione che questa attrazione ora è diventata innata, perciò naturale, perciò da riconoscere come normale e degna di ogni diritto.
Per esserci una deviazione dell'attrazione (filia/para)... ci deve essere un punto di partenza ritenuto normalità e questo punto di partenza è l'eterosessualità. Ora la società ha deciso in alcune nazioni (raggirata dal trucchetto dello spostamento di categoria) che anche l'omosessualità non è più un'attrazione deviata (filia/para) e magari un domani lo decide (come molti stanno puntando) anche per la pedofilia... ma di fatto e scientificamente non si è scoperto niente di nuovo e non è cambiato niente... è solo una mossa politica seguita da menzogne scientifiche per ingigantirla e renderla credibile [...] Il problema non sarebbe definire ogni attrazione "orientamento sessuale", ma il significato fasullo che gli è stato dato e le pretese che ci sono dietro. Oltre le differenze di diritti che ci dovrebbero essere tra ciò che è naturale, ciò che è accettato socialmente e ciò che non è accettato.
La già citata ex-attivista statunitense ha anche raccontato l'abitudine di quei movimenti ad «equiparare i matrimoni gay con tutte le combinazioni possibili di matrimoni al fine di spaventare la gente facendole credere che quegli scenari potessero realmente accadere». Elementi che qui ci sono trovano tutti: con inaccettabili paragoni fra omosessualità e pedofilia o zoofilia, nonché la minaccia di una loro legalizzazione qualora i diritti ai gay dovessero essere concessi.
Inoltre asserire che l'Organizzazione Mondiale della Sanità menta per fini politici nel sostenere che l'omosessualità sia «una variante naturale del comportamento umano» è di una gravità inaudita. Sostenere che l'esistenza di una «variante» necessiti una definizione di «normalità» è immotivato. Incitare a non concedere diritti alle minoranze sulla base ad un testo privo di ogni fondamento logico è vero e proprio incitamento all'odio.
Non passa inosservato poi come la tesi rappresenti sia il punto di partenza che di arrivo di un discorso che si limita a bollare come «menzogna» tutto ciò che lo contraddice. Con una trattazione simile sarebbe possibile dimostrare qualsiasi cosa, soprattutto se i punti focali vengono tutti presentati come assunti (è chiaro che se in un discorso simile si prende come assunto che non si nasca gay, il resto viene da sé. Ma il problema dovrebbe essere quello di motivare quell'affermazione dato che studi tutti gli scientifici accreditati e la totalità dei gay testimoniano l'esatto contrario).
È sotto gli occhi di tutti la gravità di propagandare finte teorie scientifiche concepite da una casalinga eterosessuale pronta a giurare l'efficacia di presunte terapie di conversione (nonostante chi le ha create e propagandate ora si è riunito per disconoscerle e chiedere che siano vietate), soprattutto dato il rischio di fornire informazioni sbagliate ai giovani o di contribuire all'omofobia di genitori che avrebbero preferito figli gay (dire loro che non si nasce così e che si può cambiare a proprio piacimento è come puntare una pistola alla tempia del figlio).
È recante la notizia della denuncia sporta nei confronti della consigliera legista Donatella Galli per messaggio pubblicato su Facebook: Angelo Pisani dell'Ottava Municipalità di Napoli l'ha denunciata per aver diffuso «idee fondate sulla superiorità razziale ed etnica» dopo che nell'ottobre del 2012 la donna si augurò che una catastrofe naturale potesse causare la morte di tutti i meridionali e la cancellazione fisica del sud Italia.
Il processo inizierà solo nell'ottobre del 2015 e sarà necessario attendere per conoscerne l'esito, ma ciò che viene affermato con chiarezza è che c'è differenza fra opinioni ed insulti e che non si ha il diritto di diffamare gli altri solo per tornaconti personali o per fomentare discriminazione ed odio.
C'è da chiedersi se quella non sia una strada da seguire. Essere accostati a pedofili o o zoolofili sa di diffamazione e calunnia ad un chilometro di distanza. Perché lo stato non ha ancora iniziato ad indagare su una persona che da anni si dedica a cercare di struggere o spingere al suicidio migliaia di giovani gay? Certo, lei sostieneche la discriminazione non spinga i ragazzi al suicidio, ma che la colpa è chi si batte per i loro diritti: chi sostiene tesi così assurde pur di assolversi, forse sa di avere colpe ben precise...
La denuncia alla consigliera leghista denuncia mostra che le regole esistono, ora è lo stato che deve farle rispettare per garantire il diritto costituzionale alla dignità di ogni cittadino (soprattutto quelli dei giovani gay, troppo indifesi perché li si possa usare come merce di scambio per ottenere favori o appoggi politici dal Vaticano).