Maxim Martsinkevich condannato a 5 anni di carcere per razzismo


Il nome di Maxim Martsinkevich è divenuto tristemente noto comme uno dei capi di Occupy Pedophilia, un gruppo omofobo russo che ha documento e diffuso su internet centinaia di video di aggressioni ai danni di ragazzi gay.
Arrestato lo scorso gennaio a Cuba, Martsinkevich è ora stato processato da una corte russa che l'ha condannato a cinque anni di carcere. I giudici l'hanno ritenuto colpevole di aver «registrato e pubblicato su internet video razzisti». Nessuna parola è stata riservata alle vere e proprie torture che l'uomo ha riservato ai ragazzi gay.
Il modus operandi del gruppo è noto da tempo: giovani gay venivano adescati su internet ma all'appuntamento trovavano il gruppo neonazista ad attenderli. Torture, umiliazioni e la "confessione" della propria omosessualità venivano filmati
Le immagini finivano poi in rete e una copia veniva data ad amici e conoscemti delle vittime, lasciando che l'omofobia russa facesse il resto attraverso un'emerginazione sociale o l'abbandono da parte delle famiglie. Tutto questo è stato ignorato dai giudici che si sono lomitati a sanzionare le parole razziste riservate ai ragazzi stranieri o di colore.
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