Arcigay chiede un incontro con Renzi


Matteo Renzi darà supporto al ddl Cirinnà sulle unioni gay o ha intenzione di svuotare ulteriormente il principio di uguaglianza per le coppie e le famiglie lgbt al fine di rassicurare i cattolici del suo partito e i parlamentari del Ncd? Scioglierà il nodo della delega alle Pari Opportunità, la cui assenza lascia un intero dipartimento paralizzato e senza guida politica?. L'Unar, dopo i tanti attacchi e le retromarce, si occuperà ancora di questioni lgbt? Quale sarà il futuro della proposta di legge contro l'omofobia?
Queste sono solo alcune delle domande senza risposta che Arcigay ha voluto lanciare in occasione dell'assemblea nazionale del Partito Democratico dedicata ai diritti civili. In quell'occasione la segreteria nazionale del partito, attraverso Davide Faraone che la rappresentava, ha garantito il sostegno all'impianto del ddl della senatrice Monica Cirinnà sulle unioni tra persone dello stesso sesso. «Quello è il livello di guardia per tutto il partito -ha detto Faraone- e noi vigileremo attentamente affinché questa garanzia non venga nei fatti contraddetta».
Eppure pare difficile non prestare attenzione ai proclami di Renzi ostili a tale decreto, così come non va sottovalutato come il Pd pare abbia voluto copiare le destre nel riservare ogni decisione al solo leader (il solo fatto che si organizzino "Feste renziane" lascia ricordare i club di Forza Silvio, dove il nome del partito spariva per dare spazio solo al nome di una singola persona). Per questo pare che tutti non abbiano idee chiare su cosa accadrà sino a quando Renzi non si esprimerà chiaramente su quelle che sono le sue intenzioni (sperando che questa volta lo faccia da una sede istituzionale e non dalle pagine di Avvenire).
Fatto sta che Arcigay ora chiede a gran voce un incontro con il predente del Consiglio: «Per ricevere risposte su tutti questi temi -afferma Flavio Romani- chiediamo al premier che fissi a breve una data per incontrare le associazioni lgbt e per condividere con loro le scadenze che il governo intende darsi per occuparsi, finalmente, delle persone gay, lesbiche e trans».
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