Gianfranco Amato: «In Italia non è mai esistito un solo caso di discriminazione verso i gay»
Gianfranco Amato è il leader dei Giuristi della Vita, un gruppo che in un anno e mezzo di vita ha già influenzato la politica nella scelta di ciò che può e ciò non può essere detto nelle scuole e che ha scritto ordinanze omofobe già imposte ai quasi 11 milioni di cittadini che vivono in Lombardia, Verona, Palermo ed Assisi.
In un'intervista rilasciata all'emittente lombarda Rete 55 nel settembre del 2013, Amato ha sostenuto che il problema sia come «l'omosessualità sia una patologia non universalmente riconosciuta» ed ha argomentato in maniera tutt'altro che laica la sua opposizione alla legge contro l'omofobia: «Se facciamo rientrare anche la categoria degli omosessuali e dei transessuali all'interno della legge Reale-Mancino -dice- verrà meno anche l'idea che l'omosessualità appartenga ad un ambito etico e morale per cui possa essere sottoposta anche ad un giudizio di disapprovazione».
Da qui una domanda ben precisa: «Che cosa accadrebbe al magistero della Chiesa Cattolica che ritiene che l'omosessualità rappresenti un grave disordine morale o che rappresenti atti contrari al diritto naturale o comunque una perversione?». La risposta purtroppo non la sapremo mai, dato che l'intervistatore è intervento nel fornire una risposta disarmante: «Vuol dire che la Chiesa commette reato. Anzi, ogni volta che un prete dice messa commetterebbe un reato» (sarà, ma non mi risulta che le messe si concludano con un «Andate in pace e picchiate il primo gay che vedete», ndr).
Nell'intervista è interessante notare anche come alcuni concetti vengano modificati a seconda del contesto: Dopo il primo minuto l'avvocato afferma che la Legge Mancino sia una norma «nata per combattere l'ideologia nazi-fascista, il razzismo e qualunque tipo di discriminazione fondata sull'origine etnica [...] è vietata anche la fondazione di qualunque gruppo che possa sostenere l'idea della discriminazione». Al minuto 4 dice che il reale problema è come i termini «omofobia» e «transofobia» siano troppo generici per l'estensione di una legge. Al minuto 15 sostiene che la discriminazione non esiste dato che l'articolo 3 della Costituzione garantisce «già tutela da qualunque discriminazione» e che si vuole solo imporre una «tutela maggiore» ad una categoria. Peccato che sia stato lui a far notare in precedenza come la legge in questione tuteli i gruppi, mentre la costituzione si occupa dell'individuo: vien da sé che le due cose siano complementari. Se tutto fosse definito nella Costituzione, perché i gruppi etnici e religiosi (curiosamente da lui mai citati, seppur i cristiani siano i primi beneficiari della norma) hanno avuto bisogno di una legge che li tutelasse dalle aggressioni legate all'appartenenza ad un gruppo?
Nell'occasione Amato dice anche: «Come si fa a sostenere che gli omosessuali siano discriminati in Italia. Non esiste un solo caso di discriminazione per esempio nel lavoro».
Ed è sulla base di queste ideologie che quasi 11 milioni di cittadini si sono visti imporre degli ordini del giorno con cui Lega, Ncd e Forza Italia hanno introdotto feste dedicate a celebrare un'idea di famiglia definita da una persona convinta che i gay soffrano di una qualche patologia.
Il tutto con lo zampino di Radio Vaticana che nel novembre del 2013 ha dato ampio risalto ai moduli precompilati con cui amministratori pubblici potevano tentare di rendere legge quell'ideologia. Il tutto attraverso un'intervista ad Amato condotta da Paolo Ondarza, vice responsabile dell'emittente vaticana e pronto a dire ai suoi ascoltatori che: «È bene ribadirlo: questa è un'iniziativa non contro qualcuno, ma a favore della famiglia, nucleo fondante della società». Da quando un intervistatore di permette di dire agli ascoltatori quale opinione devono avere riguardo al tema dibattuto? Certo, dalla sua pagina Facebook apprendiamo come sia un fan di Povia e della Manif Pour Tous, ma la sua affermazione non è così dissimile dal sostenere che il Ku Klux Klan non era contro i neri, era è semplicemente a favore dei bianchi.
L'appoggio vaticano pare forse spiegare perché le richieste di un unico uomo che parla di «omosessualismo» abbia più seguito dei medesimi proclami lanciati da gruppi come Forza Nuova. ma forse non è tutto, motivo per cui può risultare interessante scorrere la sua biografia.
Nato a Varese il 1° marzo 1961, Gianfranco Amato si è laureato in giurisprudenza presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. È avvocato della Curia Diocesana di Grosseto e consulente particolare del Vescovo per questioni giuridiche e di bioetica, nonché docente della Scuola di formazione socio-politica sulla Dottrina Sociale della Chiesa. Il Vaticano gli ha conferito l'onorificenza pontificia di Cavaliere dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, un titolo che gli garantisce la precedenza di passo su tutti gli altri laici nei Palazzi Apostolici, nonché onori militari da parte della Guardia Svizzera e della Gendarmeria Vaticana.
È membro e consulente legale dell'organizzazione britannica CORE (attualmente impegnata nel contrastare il la messa al bando delle fantomatiche "terapie riparative" sui gay) ed opera attivamente con l'organizzazione statunitense Alliance Defense Fund (in prima fila nell'opporsi al riconoscimenti di matrimoni, unioni civili ed adozioni per le coppie formate da persone dello stesso sesso).
Editorialista di Avvenire, collabora con Cultura Cattolica, Corrispondenza Romana, Sì alla Vita e Radici Cristiane. Il 2 gennaio 2013 fonda i Giuristi per la Vita, un'associazione che nell'atto costitutivo conta un totale di dieci membri.
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