I senatori di Alfano tentano di ottenere il vitalizio anche in caso di scioglimento delle Camere
Alfano era stato categorico nel sostenere che avrebbe appoggiato un riconoscimento legale delle unioni gay solo dietro una precisa garanzia riguardo al fatto che non gli si sarebbe concessa la pensione di reversibilità. Ai giornali dichiarò che «nessuno capirebbe perché i maggiori oneri verrebbero inevitabilmente sottratti alla famiglia o ad altre emergenze».
Eppure in questi giorni sono stati proprio alcuni senatori del Ncd (Giuseppe Esposito, Langella, Bianconi e Chiavaroli) a tentare di far approvare un ordine del giorno volto a «valutare l'opportunità di consentire in via eccezionale e straordinaria, con una norma di natura transitoria, la possibilità per i parlamentari in caso di scioglimento anticipato della legislatura XVII di versare i contributi necessari per il completamento del quinquennio». Insomma, i gay che pagano le caste sarebbero da ritenuti un costo che nessuno capirebbe, i senatori che pretendono un vitalizio anche senza aver concluso un quinquennio no. Qualcosa non torna.
Fortunatamente il colpo di mano è stato notato dal Movimento 5 stelle e, dopo la loro denuncia, la richiesta è stata ritirata. Ma ciò non toglie la figuraccia e la testimonianza di come certe argomentazioni siano prettamente propagandistiche a fronte di priorità ed esborsi economici valutati solo sulla propria convenienza personale.
Da qui verrebbe da chiedersi perché Renzi abbia fatto marcia indietro sul riconoscimento delle unioni civili, dato che pare evidente che le minacce di far cadere il governo potrebbero essere solo delle millanterie a fronte di una convenienza economica nell'occupare la propria poltrona sino alla conclusione del mandato.