Intervista shock ad un ragazzo: «Per me Hitler ha fatto male a non finire il suo operato con i gay»
Tantissimi giornali si sono occupati delle due minorenni di Varese che volevano bruciare vivi i gay, eppure la loro manifesta ignoranza e voglia di apparire non devono far sottovalutare un problema mai arginato che ormai appare in preoccupante crescita.
Nuove testimonianze shock arrivano da Jesolo, dove Cristina Bugatty si è recata in Piazza Mazzi per chiedere ad alcuni ragazzi il loro parere sulle adozioni gay.
«Meglio crescere in un orfanotrofio che con un gay», dice un ragazzo. Quando l'attrice gli fa notare notare quanto il suo voler sostenere che i figli ereditino l'orientamento sessuale dei genitori fosse inconsistente («I gay hanno avuto genitori eterosessuali, ma se se si venisse condizionati dal loro orientamento a quel punto i gay non dovrebbero neppure esistere»), il ragazzo è appare spiazzato ed incapace di fornire una qualunque argomentazione. Motivo, forse, per cui ha preferisce dribblare su un diktat: «'Ste deformazioni non devono esistere», dice guardando fisso in camera.
«Secondo me non esiste, perché ti danno un'educazione sbagliata. Crescono male e poi li prendono per il cu*lo», è l'opinione di un altro. «Contrario anch'io!» dice fiero un terzo, il tutto prima di ritrovarsi a fare scena muta non appena gli viene chiesto il motivo di quella posizione. Solo uno azzarda un: «Preferisco che stiano con due persone che gli vogliono bene piuttosto che retinino da soli per tutta la vita».
Ma ha rievocare l'orrore delle parole pronunciate dalle ragazze varesotte è una persona in particolare: «Io sono contro i gay -dice- Per me Hitler ha fatto male a non finire il suo operato».
Se è sconvolgente che qualcuno possa parlare di sterminio di massa o dirsi «contrario ai gay», da pelle d'oca è osservare come quelle parole abbiano scatenato l'ilarità di chi stava alle sue spalle, quasi come se simili discorsi d'odio potessero essere ritenuti una battuta divertente.
Le immagini successive permettono di comprendere meglio la tipologia del personaggio, pronto a piazzarsi davanti alla telecamera per tentare di emulare Vittorio Sgarbi e per disturbare le successive interviste con slogan nazisti (ancora una volta fra le risate divertite di chi evidentemente riteneva divertente inneggiare ad Hitler).
Mera ignoranza? È probabile, anche se ciò non fa che aumentare la colpevolezza di uno stato che sta facendo di tutto per non contrastarla. Ogni iniziativa intrapresa è stata annullata per non infastidire i cattolici, così vari enti hanno approvato mozioni che rischiano per per legittimare simili comportamenti. Ed è così che ci ritroviamo dinnanzi a giovani che citano slogan a caso senza neppure sapere di cosa stiano parlando (un minimo di informazione in più avrebbe permesso di evitare scene mute o di maturare pensieri personali non necessariamente derivati da quello che Buonanno o Giovanardi dicono in tv). Allo stesso modo un minimo di conoscenza della storia avrebbe dovuto far cadere il gelo dinnanzi a proclami fascisti, non certo generare ilarità.
«In questo momento non mi sento fiera di essere veneta» è la frase con cui la Bugatty decide di chiudere il suo servizio, il tutto mentre in sottofondo si ode ancora una voce inneggiante ad Hitler.
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