La Lega si scaglia nuovamente contro l'Unar: «È un carrozzone che dovrebbe essere smantellato»


La Lega Nord non ha mai dimostrato alcuna simpatia nei confronti dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar). Dopo aver tentato di chiuderlo già nel 2011, è attraverso una nuova interrogazione presentata alla Camera dal deputato Marco Rondini che il Carroccio ha rinnovato la sua richiesta.
«L'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali fa propaganda con soldi pubblici e ha scavalcato governi, va chiuso», sostiene il leghista. Poi, riferendosi agli opuscoli anti-omofobia che sarebbero dovuti essere distribuiti ai docenti italiani (perlomeno prima dello stop imposto dal mondo cattolico), ha aggiunto: «L'Unar è arrivato a consigliare ai docenti, senza l'autorizzazione del governo, di vietare le fiabe ai bambini perché ritenute troppo legate all'immagine della famiglia tradizionale. In un momento in cui il governo taglia su sicurezza e sanità non è logico sperperare soldi pubblici in opuscoli faziosi, di parte, che appoggiano il disegno di chi vuole smantellare la famiglia tradizionale».
Fermo restando che la faziosità delle sue parole è evidente, i concetti ideologici espressi paiono ricalcare alcuni proclami già contenuti nel mozioni omofobe redatte lo scorso anno dai Giuristi per la Vita che la Lega ha provveduto a far approvare in Lomabardia, a Verona, a Palermo e ad Assisi.
Rondini ha anche sostenuto che «l'Unar è un carrozzone che dovrebbe essere smantellato. I suoi compiti potrebbero tranquillamente essere assolti dai ministeri dell'Interno e dell'Istruzione, ma senza "forzare la mano": la famiglia è unica, basata su uomo e donna [..] Non è accettabile che si faccia propaganda sulla pelle dei bambini, per giunta a spese pubbliche».
Appare difficile non notare il suo continuo ricorso a slogan propagandistici particolarmente cari al movimento anti-gay italiano, motivo per cui appare lecito domandarsi se il fine non sia quello di ottenere l'appoggio del mondo cattolico nell'eliminare uno degli enti a tutela del cittadino che maggiormente contrasta la loro ideologia di una "razza padana" superiore alle altre per diritto di nascita.

«È un attacco ignobile, degno di un partito che ha fatto del razzismo e dell'omotransfobia la propria bandiera, facendoci vergognare al cospetto degli altri Paesi» È quanto afferma un comunicato congiunto firmato da Arcigay, ArciLesbica, Agedo, Mit, Famiglie Arcobaleno, Associazione radicale Certi Diritti ed Equality Italia. Le associazioni aggiungono: «Le discriminazioni, in Italia, sono un'emergenza, un fatto reale reale e grave, com'è reale e grave l'assenza di leggi che affrontino una volta per tutte il tema della diseguaglianza, delle persone omosessuali e transessuali, ma non solo. L'Unar non scavalca il Governo, semmai da questo Governo balbettante viene tenuto al palo. La soluzione quindi non è un'Italia senza Unar, come piacerebbe ai razzisti della Lega: al contrario servirebbe un sostegno più significativo alle azioni messe in campo dall'ufficio contro le discriminazioni e magari anche un sistema che emancipi il suo lavoro dai furori ideologici del ministro di turno. Perché la lotta alle discriminazioni, in tutto il mondo, non è né di sinistra né di destra, solo in Italia queste battaglie di civiltà procedono a singhiozzo, inciampano e si arrestano a causa delle lotte di bandiera di una politica che ragiona solo sul proprio ombelico e non riesce a farsi carico seriamente dei problemi delle persone».
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