L'occidente che sogna l'Isis
Nella cartella "spam" della propria posta può capitare di trovare di tutto, anche un comunicato stampa di un gruppo bolognese che offre un interessante spunto di riflessione. Si legge: «D'innanzi alle efferatezze compiute dall'Isis in Iraq e in Siria fa piacere riscontrare nel mondo occidentale, e in l'Italia l'unanimità di condanna da parte di tutte le forze politiche, anche di sinistra, alle quali fa eccezione la comunità islamica che si dimostra silenziosa e reticente a condannare nettamente ciò che sta avvenendo». «È bene però rammentare -prosegue il comunicato- che in questi anni, una parte della sinistra istituzionale o non, si è distinta per una pseudo-politica del dialogo a tutti i costi con la comunità islamica».
L'obiettivo propagandistico pare evidente: si parte da un fatto di cronaca che fa para all'opinione pubblica, si sostiene che gli islamici non condannino sufficientemente alcuni fatti (giusto per far cadere le responsabilità degli estremisti su una religione, un po' come se fosse lecito pensare che tutti i cristiani siano rappresentabili dal Ku Klux Klan) e si conclude con il dare la colpa all'opposizione politica e ad un dialogo verso le altre religioni.
Il concetto viene spiegato meglio più avanti, quando il comunicato stampa si spinge sino a sostenere che: «Si è arrivati al punto, che in molte scuole è stato adottato un regime dietetico particolare per bambini mussulmani, cosa che non è mai avvenuta per i bambini italiani. In questo senso la scuola o una parte di essa, ha gravissime responsabilità ed intendo riferirmi a certi docenti e dirigenti che in nome di un presunto rispetto per le altre religioni hanno impedito, continuando a farlo, la celebrazione del Natale nelle scuole materne e primarie, venendo così meno ad un loro preciso dovere sancito dalle leggi: che è quello di educare le giovani generazioni, sì al confronto reciproco, ma nel rispetto e nella valorizzazione della tradizione culturale e spirituale che ha come valore fondante il cristianesimo. È bene ribadire queste cose, perché una reale integrazione in Italia degli immigrati di origine islamica presuppone la loro adesione piena alla nostra tradizione culturale».
Insomma, un bambino mussulmano che vive in Italia dev'essere obbligato a mangiare la carne di maiale e deve convertirsi al cristianesimo nel come di una presunta «tradizione culturale» che dev'essere imposta con la forza.Il riferimento al Natale, invece, è un voler riprendere una polemica sollevata dal cardinal Carlo Caffarra, pronto a sostenere che nelle scuole il presepio dev'essere preferito all'albero e che agli studenti dev'essere detto che «Gesù è il figlio dell'unico Dio», evitando «gli immancabili sermoni sulla pace e la solidarietà» e preferendo lezioni volte a sostenete che la natività sia una «narrazione storica».
L'impressione che che si sia pariti da una condanna dell'Isis per chiedere che le regole dell'Isis vengano adottate anche in Italia. Il nome stesso di Cafarra ci riporta a pensare i gruppi cattolici da lui spalleggiatati che, in merito al contrasto al bullismo omofobico nelle scuole, sostengono che le famiglie debbano avere il diritto di educare i figli come meglio credono e che ci sia un presunto diritto a poter tramandare le discriminazioni senza ingerenze da parte delle istituzioni. Dire che siamo tutti uguali non va bene, obbligare gli altri a dover studiare che il proprio Dio è l'unico va bene. Qualcosa non torna.
L'estremismo islamico (e non certo l'Islam in sé) si basa proprio su questo tipo di lavaggio del cervello e sulla ricerca di un nemico da combattere, così come qualcuno pare voglia fare nei loro confronti anche qui in Italia (peraltro appellandosi ad una presunta superiorità della propria religione come pretesto per sentirsi dalla parte della ragione).
Ed il rischio di emulazioni non è certo poi così lontano: che differenza c'è fra i proclami pro-Allah che vengono fatti leggere alle vittime degli estremisti rispetto ai proclami anti-India che l'europarlamentare Buonanno ha obbligato a firmare a Borgosesia? Certo, il leghista parte dal presupposto che due marò italiani non debbano essere processati in India per l'omicidio di alcuni pescatori e il suo sentirsi dalla parte della ragione lo porta a credere che possa essere lecita l'imposizione forzata della propria idea. Ma non è forse quello che sta facendo l'Isis? E che dire di come nel 1998 furono alcuni militari statunitensi a causare la Strage del Cermis (uccidendo venti persone dopo aver tranciato i cavi di una funivia passando a a volo radente un un aereo) ma in quell'occasione il suo grippo parlamentare non fu molto d'accordo nel permettere che i responsabili potessero essere giudicati negli Stati Uniti. Perché mai si chiedono misure diverse presupponendo sempre che i propri interessi e la propria gente debbano avere più diritti degli altri?
Vogliamo far vedere all'India che noi siamo più ricchi di loro? L'Occidente l'ha già fatto per decenni usando i Paesi in svia di sviluppo come un parco giochi in cui instaurare dittatura e muovere le proprie pedine per garantirsi il benessere attraverso il controllo di quelle terre. Ora che i giochi non funzionano più e la bomba innescata dallo stesso occidente sta per scoppiare... e davvero vogliamo credere che non ci siano responsabilità?
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