Londra: condannato a 14 anni il ragazzo cattolico che prese a martellate il coinquilino gay


«L'ho fatto. L'ho ho colpito sulla testa con un martello mentre dormiva». È questa la telefonata ricevuto lo scorso marzo dalla polizia del Kent, nella quale in il 21enne Joseph Williams li informò di aver ucciso il proprio coinquilino.
Giunti sul posto, gli agenti trovarono Connor Huntley (18 anni) in una pozza di sangue, ancora coricato nel proprio letto e con un grosso martello conficcato nel cranio. Miracolosamente era ancora vivo. Il ragazzo è stato immediatamente portato in ospedale dove è stato curato per una frattura al cranio e una lesione cerebrale penetrante.
Williams ha affermato di essere affetto da una malattia mentale psicotica al momento dell'attacco, sostenendo di non avere alcuna intenzione di uccidere o danneggiare seriamente la sua vittima. La teoria, però, è stata smontata dagli psichiatri che lo avevano visitato due settimane prima ed immediatamente dopo l'arresto. La corte ha quindi avvalorato l'ipotesi che la sua azione si imputabile al suo background cattolico e all'astio che provava nei confronti dell'omosessualità del nuovo coinquilino. Le indagini hanno infatti appurato come Williams si fosse lasciato andare più volte a dichiarazioni anti-gay legate all'integralismo cattolico, così come lo stesso imputato ha più volte puntato il dito contro l'omosessualità della sua vittima durante il processo.
La giuria lo ha ora dichiarato colpevole di tentato omicidio. Il giudice Jeremy Donne lo ha così condannato a 14 anni di reclusione, molti dei quali dovranno essere passati presso un ospedale psichiatrico.
Le indagini hanno anche appurato come fossero stati inflitti almeno due colpi prima che il martello si incastrasse nel cranio. «Colpire ripetutamente nel sonno qualcuno dimostra chiaramente l'intenzione di uccidere», ha dichiarato il pubblico ministero.
La convivenza di Williams ed Huntley era stata decisa dal proprietario dell'appartamento. Solamente una settimana prima Huntley raccontò ad un vicino di casa che non era certo se sarebbe riuscito a convivere con un gay senza finire con il fargli del male.
La vittima era perfettamente in salute quando quella sera si coricò nel suo letto. Ora dovrà convivere per il resto della sua vita con cranio rientrato a causa dei colpi subiti, epilessia e problemi di movimento e deambulazione.
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